Oggi un post veloce, come la ricetta
che vi propongo. Vi consiglio vivamente di provarla, anche chi vegano
non è, potrebbe trarne diversi vantaggi. Quali?
Primo: potrebbe decidere di diventarlo,
folgorato dalla bontà della maionese senza uova e ve lo dice una che
si è appassionata da poco, come facevo prima a non mangiarla?
Boh...misteri inspiegabili
Secondo: se qualcuno fosse intollerante
alle uova potrebbe trovare così un'ottima soluzione all'astinenza
forzata da maionese.
Terzo: meno colesterolo per tutti
(vegani e non vegani)
Quarto: facilità nella preparazione.
La maionese vegana non impazzisce, è facile da fare e potete dosare
l'olio a vostro piacimento (però un po' ce ne va!)
Quinto: si conserva più a lungo di una
maionese con le uova fatta in casa.
Vi ho convinti? Spero di si, perchè ne
vale davvero la pena. Vi lascio la ricetta
Da quando i miei mercoledì sono
diventativeganiper forza di cose sperimento molti più piatti
alternativi. E questo mi piace, perchè non mangiare carne non
significa cibarsi di sole verdure come molti pensano. E'
indispensabile introdurre nella propria dieta alimenti che, in
termini di valore nutrizionale possano fare da sostituti alla carne e
alle proteine animali in genere. Ho moltissime ricette da proporvi,
buone, sfiziose e che piacciono anche a chi vegano non è. E il mio
consiglio, a chi volesse tentare la strada del : “ti faccio
assaggiare qualcosa di diverso” è di non esordire con un :”stai
mangiando vegano” si può omettere in prima battuta, non è reato,
eviterete così che qualcuno si sieda a tavola con qualche pregiudizio di troppo. Una
volta che il palato è stato messo alla prova, verrà il tempo di
dirlo. E tutto sarà più semplice, credetemi e anche soddisfacente.
Comunque, consiglio spassionato a
parte, sono molto soddisfatta dei risultati: autoproduco il seitan,
così spendo meno, preparo la maionese veg che è buonissima e non ha
niente da invidiare alla maionese tradizionale, imbottisco mega
hamburger, cucino scaloppine, cotolette, brasati e via dicendo, tutto rigorosamente veg,
con grande soddisfazione del mio e dell' altrui palato, ma, cosa più
importante, sono felice di non nutrirmi a spese della vita di altri
esseri viventi, e di farlo anche nel rispetto di quelle che sono le
risorse del pianeta.
Come ho già detto molte volte,
cucinare è un atto d'amore, e un atto d'amore non può prescindere
dal benessere dell'altro. Ma il benessere vuol dire tante cose. A
tavola si possono mettere in pratica una serie di azioni
importantissime per far star bene noi stessi ma anche l'ambiente.
Forse sarà un aspetto trascurabile per molti (ognuno è libero di
pensare come vuole e di vivere come vuole) ma una riflessione
dovrebbe scappare a chiunque, d'altra parte lasciamo in eredità
qualcosa a figli, nipoti, e via dicendo, e questa è una grande
responsabilità cui nessuno può e deve sottrarsi.
Sono lontana dagli integralismi che
capisco spesso possano risultare complicati per tanti motivi, ma
anche la moderazione porta a risultati importantissimi, quindi spero
che sempre più persone abbiano voglia di provare queste ricette veg,
potreste appassionarvi come me, perchè non correre il rischio?
Intanto oggi vi lascio questi involtini di tofu, ma ho un sacco di
altre cose in attesa...Avrei voluto postare l'insalata russa veg, ma è finita
in un attimo, prima della foto. Centosessanta gr di olio spazzolati
in dieci minuti! mannaggia, a pensarci bene, anche questa è una
grande responsabilità :-)
Certo avrei potuto presentarvelo in
versione bruschetta, o forse sarebbe meglio dire crostone per
prendere in prestito un termine più toscano che veneto. D'altra
parte da li ho attinto l'ispirazione per questo piatto, un po'
ispirato e un po' inventato.
Avete mai assaggiato il cavolo nero?
Fatelo, e capirete cosa voglio dire! ve lo consiglio vivamente! Forse
da noi non è molto utilizzato, ma è talmente buono che vale la pena
farsi venire un po' di curiosità. Sono sicura che diventerebbe anche
per voi, così come lo è diventato per me un protagonista
indiscusso della tavola d'inverno.
Dicevo, avrei potuto presentarvelo in
versione crostone, anche una semplice fetta di pane casereccio
tostata, con verdura stufata e un filo d'olio può diventare un
piatto sublime. Esagero? Dipende dai gusti, date un'occhiata qui
Ma oggi vi lascio un'altra ricetta, in
vista del lungo inverno che ci aspetta ho pensato che una zuppa può
fare comodo, soprattutto se è così buona da volerla fare e rifare.
Tanto tra le righe vi ho lasciato anche quella del crostone o fett'unta per chiamarlo col suo vero nome come mi ha suggerito la cara Antonella :-) ...con un
po' di fantasia sono sicura che riuscirete preparavelo, nel link c'è per esempio una versione con i cannellini.
Per la zuppa invece solo un po' di
lavoro in più, niente di che, tutto facile ed affrontabile, e
soprattutto credetemi: ne vale davvero la pena. Provare per credere.
Chi cucina sa che alcuni piatti nascono
in maniera casuale. Niente ricette antiche tramandate dalle nonne,
nessuna ispirazione tratta dall'ultimo libro di cucina acquistato,
nessuno chef più o meno stellato a suggerire qualche abbinamento
inusuale. Solo la voglia di unire ingredienti fino ad allora mai
sperimentati insieme.
Non ci sono regole ferree in cucina, a
patto che gli ingredienti siano di buona qualità, che i sapori
promettano di convivere felicemente tra di loro, e che ci sia
abbastanza esperienza per capire quale cottura può esaltare un
ingrediente.
Detto ciò, la voglia di trasformare un
cavolfiore freschissimo in qualcosa di sfizioso mi ha convinta ad
aprire finalmente il barattolo di capperi di salina recuperati alla
Biennale del gusto di Venezia, giusto la scorsa settimana.
Sarà che il cavolfiore bollito mi
piace si, ma non posso certo definirlo un contorno sfizioso, sarà
che la besciamella non mi è mai piaciuta, e quindi la ricetta del
cavolfiore al forno della nonna non mi poteva venire in aiuto, sarà
che avevo voglia di qualcosa di diverso, insomma, è nato così
questo piatto...in maniera casuale.
Inizialmente pensavo di fare
un'insalata di rinforzo, avete presente? Certamente molte amiche e
lettrici sapranno certamente di cosa sto parlando, ma la preferenza
per un piatto vegetariano mi ha fatto protendere per qualcosa di
mediterraneo si, ma decisamente rivisitato.
Aggiungo che moltissimi dei piatti che
preparo non finiscono sul blog, un po' per mancanza di tempo,
talvolta di voglia, talvolta perché penso che comunque non c'è
bisogno di mettere proprio tutto tra queste pagine.
Ma i cavolfiori ai capperi ho deciso
che dovevano esserci, non fosse altro per non dimenticarmi della
ricetta, che farò sicuramente ancora, dato che l'inverno è lungo e
i cavolfiori non mancano sulla mia tavola d'inverno. Buoni, mi sono
piaciuti moltissimo, capperi di salina (spettacolari), semi di
finocchio, e ciliegina sulla torta...le olive raccolte dal mio ulivo
:-) No no, non vivo in Puglia, né in Liguria, né in Sicilia etc
etc...vivo a Venezia, ho un ulivo in giardino, e quest'anno per la
prima volta ho raccolto le olive e le ho preparate. Beh, sono state
una sorpresa anche per me, prometto di spiegare come le ho fatte,
così, anche chi come me ha un alberello di olive in giardino possa
godere di olive fai da te, assolutamente naturali e buonissime!
Questa ricetta è vegan, ve ne suggerisco un'altra che trovate qui
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