Non sono poetiche le violette candite? Mi sanno tanto di
cose di altri tempi, anche il profumo mi ricorda più che altro qualcosa cui
tornare con la memoria…
Una volta i saponi alla violetta erano tanto di moda,
facevano bella mostra di sé un po’ ovunque,
ora non si trova un sapone alla
violetta manco a pagarlo oro. E ve lo dice una che davvero ne va alla ricerca,
tanto mi piace il profumo. Non dico un “eau
de toilette” o una colonia, che farebbe tanto nonna Abelarda, ma un innocuo
sapone per lavarsi le mani, almeno uno, si potrebbe ancora produrre?
Vabbè, nostalgie di tempi che furono, tornando a noi invece,
oggi parliamo di violette candite come avrete già capito e di come fare a
prepararle. Premetto che il risultato finale cambia un po’ a seconda dei metodi
utilizzati, io vi spiego il mio, con una piccola variante per ottenere due tipi
di violette un po’ diversi tra loro
Non è difficile come procedimento, richiede solo una buona
dose di pazienza. Prima di tutto quella necessaria ad aspettare che le violette
fioriscano, poi quella necessaria a che smetta di piovere per poterle
raccogliere, infine quella che richiede la preparazione
Ingredienti strani solo la gomma arabica (che potete
trovare nelle drogherie molto fornite) e un po’ di colorante alimentare. Per il
resto tutta roba che potete avere in casa. Io posso solo dirvi che preparandole
la cucina è stata pervasa dal profumo per un giorno, non parliamo della
bellezza del colore, tutto poi è svanito piano piano, ma si sa, le cose belle
durano poco…godiamocele più che possiamo finchè ci sono. In foto vedete le violette appena preparate, dopo un pò lo zucchero diventa compatto e uniforme e le violette appaiono più lisce, come quelle dei negozi per intenderci, potete vederle su questa ricetta
E se volete un'altra idea per conservare il profumo e il colore delle vostre violette, guardate anche qui
Tutti abbiamo dei piatti preferiti, piatti che continuiamo a
preparare con regolarità malgrado ci piaccia comunque sperimentare cose sempre
nuove. Alcuni, pur piacendomi molto non
riesco a prepararli spesso, o perché un
po’ lunghi da fare, o perché magari tutti gli ingredienti a disposizione non ce
li ho nel momento in cui mi servirebbero...e l'organizzazione si sa, è tutto in cucina :D Fatto sta che verso alcuni piatti non dimostro la passione che invece ho
indiscussa per la zuppa di miso.
Adoro la zuppa di miso, è diventata il piatto fisso (o quasi
) del lunedì sera. Si fa presto a
prepararla, se manca un’ ingrediente viene buona lo stesso, è semplice da fare e per una cena tarda è perfetta. Meglio di così!
E’ un piatto poi che si presta a varie interpretazioni, le verdure da
utilizzare possono essere tutte quelle che vi mostro oggi, ma viene buona anche
con sole carote e porri, o magari funghi e bieta, o bok choy se l’avete ( ma
qui so di andare sul difficile, ma niente paura, andrà bene anche la bieta!).
Insomma, un po’ di libera interpretazione non rovinerà il piatto.
Fondamentale ovviamente è il miso, dato che è quello che dà
al piatto il sapore caratteristico. Ma cos’è il miso? Praticamente è soia a cui
viene aggiunto un cereale tipo orzo o riso, cui viene aggiunto un fungo,
l’Aspergillus oryzae, il tutto poi viene fatto fermentare per diversi mesi, e
alla fine si ottiene il prodotto che conosciamo, questo in estrema
sintesi. Esistono diversi tipi di miso,
in oriente in verità ne esistono moltissimi, qui da noi l’offerta è senz’altro
ridotta, ma comunque quando è il momento di sceglierli tra gli scaffali qualche
dubbio ci viene. Non vi resta che provarli, altro non si può fare. Alcuni hanno
un gusto più forte, altri un po’ meno. Io solitamente uso quello di riso o di
orzo, per la zuppa vanno bene entrambi.
Il miso è un condimento, non un alimento, e come tale va
consumato. Ha moltissime proprietà benefiche per l’organismo, in poche parole
fa molto bene. Vi lascio unlinkse magari desiderate leggere qualcosa in più.
L’unica accortezza è quella di non cuocerlo, altrimenti buona parte di queste
proprietà se ne andrà per l’eccessivo calore. Aggiungerlo solo alla fine, fuori
dal fuoco. Per altri usi del miso vi proporrò qualche altra ricetta, intanto
provate questa zuppa, finchè la stagione ancora lo consente, sono certa che vi
piacerà.
La settimana
scorsa ho preparato la pasta sfoglia, se vi interessa il procedimento andate a vederequi. Così, per forza di cose, da qualche
giorno eccedo con i grassi, ma che dico eccedo, esagero proprio. D’altra parte
una volta che ci si mette a fare la pasta sfoglia si prepara un po’ di tutto
no? Così, dal dolce al salato, è stato
un susseguirsi di aperitivi a base di
pizzette, come queste tanto per darvi un'idea
e merende a base di pasticcini di sfoglia, come questi, mancano solo le torte salate
perché a me proprio non piacciono.Ma non
è finita qui, ho ancora un paio di cose in cantiere, intanto però oggi ho deciso di deliziarvi con
delle sfogliatine glassate.
Avete
presente? Si beh, credo sia impossibile che qualcuno non le conosca, che si tratti di produzione industriale o
artigianale, le sfogliatine glassate si trovano un po’ ovunque. A me sono sempre
piaciute tanto, perciò perché non prepararne qualcuna? Non sarà mica tanto
difficile dico io! Una volta che si ha la pasta sfoglia a disposizione infatti
sono abbastanza semplici, a patto di
fare attenzione ai passaggi fondamentali, o rischiate di buttare tutto
nel secchio come è successo a me la prima volta che le ho fatte :)
Quindi,
seguite bene il procedimento e non fatevi distrarre da niente e da nessuno,
risultato avrete delle bellissime e
buonissime sfogliatine glassate, home made! Più soddisfazione di così! :)
Già un bel po’ di tempo fa avevo anticipato sulla mia pagina
di fb che avrei postato presto il dado vegetale home made. Da allora sono
successe moltissime cose, e sono riuscita a farvi vedere solo le foto della
preparazione. Quelle del dado vere e proprie invece non si sono mai viste, e
senza stare a trasformare questo post in un momento di sfogo triste ed inutile,
vi dico soltanto che il mio caro pc mi ha abbandonata. Se n’è andato così all’improvviso,
portandosi dietro una montagna di foto, di post già scritti, di progetti di
lavoro e chi più ne ha più ne metta. Bene, qui finisce il racconto della
dipartita del pc, che ho ancora il nervoso e preferisco non dilungarmi
troppo. Ho recuperato solo una foto del
dado, che era rimasta per fortuna nella scheda della fotocamera. Era da una
vita che volevo fare da me il dado vegetale. Ho letto diversi metodi in testi
diversi, ne proverò sicuramente altri ma per oggi ho scelto il
procedimento che suggerisce anche Lisa Casali nel suo bel libro: Autoproduzione in cucina. E’ una preparazione che mi ha
dato enormi soddisfazioni. Io non ho mai usato il dado industriale per
cucinare, ma in certe preparazioni un po’ di sapore concentrato non ci sta
male! Io faccio moltissime zuppe, autoproduco il seitan e il muscolo di grano, e tante altre preparazioni di cui vi parlerò. E converrete con me che un buon brodo è fondamentale in
certi casi! Quindi quale soluzione migliore? Bisogna solo farsi venire la
voglia di tenere acceso il forno per un po’ di ore, ma se avete un
essiccatore è tutto più semplice. Prima o poi lo comprerò, nel frattempo mi
arrangio come posso. Ma ricordatevi che il sole è il migliore essiccatore al
mondo, chi vive al sud lo sa bene, quindi quando è possibile, ricordiamoci di
sfruttare anche questa naturalissima fonte di energia e calore. Vi lascio il
procedimento, niente di difficile, solo qualche accorgimento: usate verdure
biologiche, visto che in questo caso mangiamo soprattutto la parte di scarto. Io
poi ho aggiunto anche del porro e del prezzemolo, ai classici sedano carota e
cipolla, e un po’ di alga nori, ormai non ne faccio più a meno, quando previsto
dalla ricetta ovviamente! Per il resto serve solo un po’ di pazienza!
Ecco le verdure pronte per il primo passaggio sul fornello
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