Ed eccoci qui, verso un’altra
fine ed un nuovo inizio. E’ stato un anno faticoso ma bello, ho raggiunto
obiettivi per me importanti, altri sono in attesa, qualcun’altro verrà,
qualcuno si perderà per strada.
Intanto che tutto ciò accade,
cerco di essere felice per quello che c’è ora e non infelice per quello che
ancora non c’è o che forse non verrà. E’ l’unico modo per essere in pace con sé
stessi e con il mondo.
Oltre a ciò, cosa posso dire? il
mio augurio per l’anno nuovo, è di vedere una sempre maggiore consapevolezza. Vedere
che non solo “qualcosa”, ma che “molto” sta cambiando. Vedere coscienze
risvegliate, sempre meno sofferenza, meno abusi e soprusi verso che non può
difendersi. Questo è quello che veramente vorrei e per cui mi impegnerò.
Intanto comincio così, con questo
menù di Capodanno crueltyfree che ho pensato per LAV e per CAMBIAMENU’. Il mio
percorso personale verso una cucina senza sofferenza per gli animali è nato
proprio grazie a LAV e trovarmi a mettere a punto un menù di Capodanno non può
che fermi sentire orgogliosa, felice e onorata di esserci con il mio
contributo, attraverso quello che alla fine so fare meglio e mi appassiona:
cucinare.
Quindi vi lascio le foto dei
piatti, le ricette potete trovarle direttamente sul sito Cambiamenù.
Insieme
alle ricette vi lascio il mio augurio di una buona fine e di un buon inizio
anno. L’amore ha tante forme, mangiamo consapevolmente, senza crudeltà verso gli animali.
Se vi fa piacere potete scaricare il PDF con le ricette dal mio blog, dal banner a destra o dal sito Cambiamenù
Da un po’ di tempo ho preso l’abitudine di far germogliare i cereali prima di cucinarli. Certo non è una cosa che faccio proprio sempre, però spesso. A parte il fatto che lo trovo molto comodo, i vantaggi sono diversi.
Innanzitutto spesso mi capita di leggere che ammollare o germogliare i cereali riduce i tempi di cottura, ed è vero, lo fa!. Però il motivo per cui normalmente si procede con la germogliazione è che è un processo che, come anche in parte l' ammollo, riduce la presenza dell’acido fitico all’interno dei cereali integrali. L’acido fitico è una sostanza antinutrizionale che riduce l’assorbimento di alcuni minerali. Quindi la sua eliminazione rende più assimilabili ferro, rame, zinco ecc. e rende anche l’alimento più digeribile.
Oltre a questo, si riducono i tempi di cottura come già detto, per esempio se fate germogliare il riso, e poi decidete di preparare un risotto, cuocerà in 15 minuti, e anche questo è un bel vantaggio, dato che il riso integrale è un po’ lungo da cuocere.
Detto ciò, ho spiegato nel procedimento come far germogliare il riso integrale, lo stesso vale anche con gli altri cereali integrali, anche se potranno variare magari leggermente i tempi di germinazione.
Una volta germinato il riso, potete utilizzarlo come meglio credete: bollito, per preparare risotti, minestre eccetera. Io vi lascio la ricetta di un’insalata tiepida, che a me piacciono tanto, con cavolini e funghi.
Forse l’ho già detto, forse no, in ogni caso come si suol dire repetita iuvant: io non amo particolarmente utilizzare la quinoa nei miei piatti. E non perché non sia un ottimo alimento, lo è, ricca di lisina e calcio e molto proteica ha tutte le carte in regola per essere un alimento di tutto rispetto nell'alimentazione vegana e non solo.
Il problema della quinoa per me è che non è un alimento sostenibile: proviene dal sud America, e per arrivare fino a noi percorre chilometri e chilometri. Il prezzo negli ultimi anni è triplicato a fronte delle grandi richieste essendo diventata molto “di moda”, ed è diventato proibitivo per quelle popolazioni locali che la consumavano per i quali rappresentava insieme a poco altro un alimento base.
Quindi non sono una fanatica della quinoa, la consumo raramente, è buona, mi piace ma non dovrebbe diventare la classica proposta per vegani. Sembra che i vegani non mangino altro!
Ci sono molti altri cereali interessanti, per esempio il grano saraceno, anch’esso molto proteico e senza glutine. Comunque del grano saraceno parlerò magari in un altro post.
Torno alla ricetta di oggi, dei semplici involtini vegani di verza ripieni di quinoa. Mi sono concessa di utilizzare questo pseudocereale solo in vista delle feste, così per creare un piatto un pò insolito, sfizioso e carino. Passate le feste però possiamo passare al miglio o al grano saraceno o al classico riso ok?
La ricetta è molto semplice, spiegata qui sotto passo passo. Ho evitato il passaggio in forno degli involtini per mantenere il colore e per avere un piatto più leggero di sapore, ma voi potete tranquillamente farli gratinare dopo averli cosparsi di parmigiano vegan ed un filo d’olio.
Come cambiano in fretta le cose. Fino a poco tempo fa il venerdì era la serata panino e birra sul divano, ora invece, da quando il tempo si è fatto grigio e piovoso il venerdì è diventato il giorno per pensare al dessert della domenica. E in quanto dessert della domenica, possiamo concederci qualche peccato di gola, e di usare qualche ingrediente che solitamente non utilizziamo, io almeno Ma si sa, qualche volta le esigenze di chi ti chiede un dessert sono molto diverse da chi poi il dessert lo mette a punto e lo prepara.
Cosa ho usato in questo dessert che normalmente non uso? Lo sciroppo d’agave (che non è uno zucchero salutare come tanti pensano, va usato solo saltuariamente, piuttosto utilizzate lo zucchero integrale di canna! E’ ritenuto salutare solo perché ha un basso indice glicemico, in realtà però essendo metabolizzato dal fegato dà altre problematiche se usato in eccesso, quindi consumiamolo solo ogni tanto, proprio quando serve per qualche motivo particolare. E ricordiamoci sempre che quello che fa male è sempre la ripetizione, mai l’eccezione) In questo caso l’ho usato perché mi serviva uno zucchero dal sapore neutro per non coprire il profumo del caffè.
Altro ingrediente che non uso praticamente mai se non in rare eccezioni: la panna di soia che ho utilizzato per dare morbidezza e cremosità. Ovviamente se usiamo la panna di soia homemade è tutta un’altra storia, quindi come sempre, autoproduciamo se e quando possiamo il più possibile, così avremo un prodotto finale più sano.
Fatte queste premesse, vi lascio alla ricetta di questo delizioso dessert, cremoso e profumato, perfetto per concludere una cena :)
Questa ricetta la trovate insieme a tante altre delizie sul nuovo bellissimo numero di Taste & More
Se non l'avete ancora fatto, è arrivato il momento di prendersi del tempo per sfogliarlo tutto
Le insalate tiepide sono la mia passione. Le trovo perfette come piatto unico, si possono preparare in mille modi, variando gli ingredienti in base alla stagione e a quello che abbiamo a disposizione. Sono comode, belle e golose. Possiamo personalizzarle con le spezie e le erbe aromatiche, arricchirle di sapore con la frutta secca o con dressing particolari, a base di agrumi, salsa di soia, capperi e tante altre cose buone.
Ve ne ho già proposte diverse, come questa o questa. Sono un’idea originale anche come antipasto leggero se avete ospiti per esempio. Qualcuno qualche giorno fa mi ha chiesto cosa mi piacerebbe trovare di vegano nel menù al ristorante…li per li non ho saputo rispondere, ma un’insalatina tiepida con un dressing aromatico o speziato per esempio mi piacerebbe molto, invece del solito tofu preparato senza averne un’idea o del solito seitan che non mangio quasi mai! Cari chef, c’è molto altro, e non posso pensare che uno chef pur non vegano non sia in grado di elaborare un piatto interessante senza derivati animali. Senza carne, pesce, uova e formaggi non siete capaci di preparare qualcosa di buono? Ecco, vegani o no, io su questo rifletterei…
Non esco quasi mai a cena, e non perché non voglio mangiare in posti che non siano esclusivamente vegani come qualcuno potrebbe pensare, ma perché non sopporto le proposte vegane che i ristoranti fanno senza avere un minimo di conoscenza. Mi sono stufata di mangiare tofu che non sa di nulla, seitan affettato comperato già pronto, formaggi vegan orribili e roba con la panna di soia. Poi se la cucina vegana a molti non piace si fa presto a capire perché.
Bene, ciò detto torniamo alle insalate, o meglio a questa insalata speziata, un modo diverso anche per mangiare le lenticchie, che non sia la solita zuppa insomma! Però se vi servisse la ricetta la trovate qui Se in stagione si può aggiungere anche in po’ di pomodoro così si formerà un po’ di sughetto per bagnare il pane…Ma bisognerà aspettare un po’. Intanto gustiamola così...Presto posterò anche la ricetta della pita, abbiate fede ;)
Oggi un post veloce, sono un po’ di fretta perché ho una valigia da preparare e mille cose ancora da sbrigare. Ma non volevo lasciarvi senza una nuova ricetta, così approfitto di questo post per raccontarvi di questo nuovo progetto di cui farò parte: Una crociera vegana organizzata da Costa Crociere in collaborazione con la rivista Vegan Life. Un viaggio all’insegna del vivere vegan, dove a cene pranzi e colazioni senzaderivatianimali ( e che bellezza quando non ci dobbiamo preoccupare continuamente di controllare che il cibo sia vegan ) si aggiungono dibattiti, conferenze, show cooking e corsi di cucina vegan! Insomma, il paradiso per i vegani :)
Io ci sarò in qualità di relatrice per parlare di alimentazione vegan e naturale. Sono molto felice di questa avventura e vi racconterò al ritorno com’è andata. Ora invece scappo perché come vi dicevo ho ancora mille cose da preparare. Vi lascio con questa torta salata molto golosa, con funghi e crema di zucca, perfetta per questa stagione. E’ molto semplice da preparare, quindi non mi dilungherò in spiegazioni. Ricetta e procedimento li trovate qui sotto. Basta solo decidere, prepararla e gustarla :)
Tra gli involtini di quinoa e cavolo verza programmati per oggi e queste tartellette vegan alle pere, cioccolato e zenzero, ho scelto la seconda opzione. Ho già detto tante volte che non sono un’amante dei dolci, ne mangio pochi perciò quando li preparo posso concedermi qualche peccato in più. Se ne mangiassi tutti i giorni probabilmente cercherei delle soluzioni il più possibile salutari, cercando di usare poco o anche niente zucchero, ma se il consumo è saltuario, preferisco un dolce con tutte le caratteristiche che un dolce deve avere, tra cui la golosità, soprattutto se poi è destinato a persone diverse, con gusti diversi, ma questa è un’altra storia.
Malgrado siano davvero golose, queste tartellette vegan alle pere e cioccolato sono tutto sommato abbastanza sane, dipende sempre dall’occhio con cui le guardiamo. Per un super salutista forse non lo saranno, ma per una persona che vive il cibo con la giusta consapevolezza questo piccolo peccato di gola non sarà che un momento di piacere e basta, e nella vita a mio avviso, ci vogliono pure quelli!
Leggo tante cose in giro sulle ricette salutari. Sono assolutamente d’accordo, ci sono alimenti ed ingredienti che dovrebbero sparire dalla dispensa, lo zucchero è uno di quelli, però il cibo è anche condivisione e convivialità, e qualche eccezione non farà nessun danno, basta che resti un’eccezione però! Un atteggiamento consapevole è quello che serve, perché quello che conosco lo posso gestire al meglio. Se dovete usare dello zucchero nelle vostre ricette, usate preferibilmente zucchero di canna integrale, quello vero, o meglio ancora, malto di cereali. Certo non risolvono i problemi legati allo zucchero, quindi è bene comunque non abusarne, ma quanto meno sono leggermente meno dannosi dello zucchero bianco. Magari cercherò di postare anche qualche ricetta di dolci senza zucchero, ma per ora vale il principio “ mangiamo i dolci ogni tanto” e privilegiamo la frutta se abbiamo voglia di qualcosa di dolce. Questa è sempre l’opzione migliore. Se volete approfondire un pò il discorso sugli zuccheri ho scritto qualcosa qui
Tornando a queste tartellette invece sono certa metteranno tutti d'accordo: una pasta frolla alla nocciola ripiena di pere caramellate, ricoperte di cioccolato fondente di ottima qualità con aggiunta dell'irresistibile zenzero. Cos'altro potremmo chiedere ad un dolce? tra l'altro sono anche in versione mignon, meglio di così non saprei cosa pensare ;)
I pancakes vegan si possono fare in tanti modi, con mix di farine diverse, con o senza frutta nell'impasto, così che ogni volta hanno un sapore nuovo e soprattutto possiamo variare gli ingredienti che è sempre un modo salutare di mangiare.
La rotazione degli ingredienti è un principio fondamentale per mangiare in modo corretto: quando prepariamo un dolce, o la pasta fresca, o qualunque altra cosa sarebbe sempre opportuno ricordarlo. La farina poi sarebbe sempre meglio integrale, macinata a pietra e biologica.
Non tengo in dispensa troppi pacchetti di farine, perché quelle integrali non si conservano a lungo, così ne compero poca alla volta e quelle che riesco me le preparo al momento, partendo dal cereale in chicco. Ormai sono gesti diventati consueti, basta cominciare ad acquisire consapevolezza per cambiare facilmente le proprie abitudini.
Ora, tornando ai pancakes vegan, dicevo che si possono preparare in tanti modi. Io ho voluto aromatizzarli aggiungendo la banana a pezzetti molto piccolie dal momento che rimangono un po’ umidi per l’aggiunta della frutta appunto, in questa versione ho preferito non farli troppo alti, ma è una questione di gusto personale. I puristi dei pancakes forse inorridiranno al pensiero di un pancakes non altissimo, ma dobbiamo considerare il fatto che se vegan, il pancake non può contenere albumi montati, quindi anche lo spessore non potrà essere lo stesso, a meno di usare farina 00 e più lievito o altri accorgimenti. A me interessava ottenere un pancakes morbido ma non gommoso, buono e sano, sull'altezza non mi formalizzo.
A proposito del sano, potete anche omettere lo zucchero volendo, una volta guarnito con lo sciroppo d’acero o il malto sarà comunque dolce, vedete voi, dipende anche a chi sono destinati. Detto ciò direi che non c’è molto altro da aggiungere, sono facili, veloci e sempre belli come solo i pancakes sanno essere. Solo un po’ più abbronzati di quelli classici, ma con le farine integrali si sa ormai che il colore tende al bruno…ma anche per voi come per me non sarà un problema vero? ;)
Alla domanda: “ma il burro di arachidi non fa male?” La risposta è “no, purchè sia naturale”. Perché quello che fa male del famoso burro di noccioline tanto amato in America, è il fatto di essere un prodotto industriale, preparato aggiungendo grassi, zuccheri, conservanti, aromatizzanti, qualche additivo ecc ecc.
Altra cosa invece è il burro di arachidi preparato in casa dove non si utilizzano null’altro che arachidi di buona qualità, un pizzico di sale, poco estratto di vaniglia, e a piacere qualche cucchiaino di malto che però non è indispensabile. Tutto qua. Certo essendo le arachidi l’ingrediente quasi unico di questo golosissimo barattolino non bisogna abusarne, è sempre un alimento iperproteico e ricco di grassi.
Però mangiato con moderazione, il burro di arachidi al naturale fa bene perchè le arachidi hanno anche delle caratteristiche nutrizionali interessanti: sono ricche di acidi grassi soprattutto omega 6 che abbassano il colesterolo cattivo, e povere di grassi saturi, cattivi per il colesterolo. Sono ricche di magnesio. Hanno proprietà anticancro per la presenza di flavonoidi, e molto altro su cui non mi dilungo, è possibile approfondire l’argomento in rete dove si trovano tantissime informazioni utili.
Va ricordato invece che le arachidi sono inserite tra gli allergeni, quindi bisogna stare attenti ad eventuali allergie o particolare sensibilità. Per il resto è un’ ottimo alimento purchè mangiato nelle giuste quantità.
Io ne spalmo un velo sul pane di segale la mattina insieme ad un po’ di malto e ci faccio colazione, alternandolo al burro di sesamo o di mandorle. Si può utilizzare anche per preparare dolci e biscotti, ma a crudo è sempre l’opzione migliore.
Sarebbe opportuno non aggiungere al burro di arachidi homemade l’olio di arachidi perché normalmente non è estratto a freddo, quindi non è il migliore in termini di qualità. Comunque con un buon mixer come ho già detto, non c’è bisogno di aggiungere nulla ed in pochi minuti avrete un burro di noccioline fantastico, morbido, liscio e tutto da mangiare :)
Ultimamente posto solo dolci, così mi tolgo il pensiero e per un po’ non ci penso più ;)
Non vorrei che anche quest’anno finisse la stagione dei cachi prima di riuscire a postare questo delizioso budino di semi di chia alla nocciola e frutta. E’ una preparazione molto semplice e sana. Potrebbe essere anche una ricetta crudista, utilizzando nocciole non tostate e sciroppo d’agave raw, in ogni caso comunque una cottura vera e propria per questo budino non è prevista.
Una merenda o una colazione vegan, sana, gustosa e un po’ particolare, secondo me questo budino ai semi di chia alla nocciola e frutta fresca merita di essere assaggiato. Ricordo che in fase di realizzazione ho fatto diverse prove per trovare un equilibrio di sapori che mi soddisfacesse.
Il latte di nocciola è una vera delizia, unito alla frutta fresca lo è ancora di più. Io ho utilizzato i cachi che ho unito a delle albicocche secche per creare un po’ di contrasto dolce/aspro. In questo l’arancia mi ha aiutata e il risultato finale mi è piaciuto molto: cremoso, morbido e vellutato. Resta il fatto che potete tranquillamente cambiare le proporzioni tra gli ingredienti secondo il vostro gusto. Sperimentare è sempre la parola d’ordine.
In quanto al dolcificante io ho usato dello sciroppo d’agave, ma potete utilizzare anche malto di mais (che ha un sapore più neutro degli altri malti) o uno sciroppo di datteri. Sugli zuccheri ho parlato un po’ qui, per chi volesse approfondire giusto un po’, ci sarebbe molto altro da dire, lo farò alla prossima occasione. Intanto vi lascio a questo budino di chia ottimo fresco ma anche a temperatura ambiente. Finchè le giornate sono ancora calde un dessert fresco riesce ancora a farci venire l’acquolina in bocca, soprattutto se poi è così bello, con questo colore stupendo che sembra faccia bene solo a guardarlo :) Adoro la cucina vegan, anche perché è ricca di colori meravigliosi.
Il weekend è arrivato, l’ultimo di settembre ahimè, con un po’ di tristezza lo saluto con una torta vegana alle pesche. Sono al limite del consentito per le pesche lo so, ma si possono usare oltre che le ultime pesche anche tavola, quelle sciroppate che avete preparato con l’esubero della vostra raccolta, o perché no? Sostituirle magari con dei fichi. E’ una torta vegana alle pesche rustica che si presta ad essere interpretata a seconda della stagione. Il dolce è molto semplice da preparare e non necessita di grandi spiegazioni.
Vorrei invece parlare un po’ di zucchero. Tra chi si occupa di alimentazione, medici, nutrizionisti, società di ricerca scientifiche ecc ecc, la convinzione è unanime: lo zucchero fa male. E per zucchero intendo sia lo zucchero comune, quello che si tiene dentro al barattolo per dolcificare il caffè per intenderci (il saccarosio), sia tutti gli altri zuccheri semplici: tra cui il glucosio e soprattutto il fruttosio (elenco solo quelli più utilizzati perché la lista sarebbe lunga)
Non mi metto a spiegare le dinamiche del perché e come lo zucchero fa male, per quello potete approfondire da soli. Dato che io parlo di ricette, vorrei solo darvi qualche indicazione utile per scegliere lo zucchero per dolcificare dolci, bevande ecc. Innanzitutto va detto che Il corpo ha bisogno di zuccheri, ma non di zucchero (tipo saccarosio, glucosio e fruttosio) e sono due cose molto diverse. La cosa migliore sarebbe evitarlo, ma lo so che per molte persone è difficile. Io per esempio non uso più lo zucchero bianco da molto tempo, e comunque di regola non dolcifico niente, ne tè né caffè né succhi di frutta ecc.
Mangio raramente dolci, e quando li preparo uso normalmente zucchero di canna integrale o malto. Lo zucchero di canna integrale però non è la panacea di tutti i mali, perché sempre di zucchero semplice stiamo parlando, ha solo un indice glicemico un po’ più basso dello zucchero bianco e contiene più sostanze tipo sali minerali e vitamine, ma niente che possa giustificare un grande utilizzo perché è sempre uno zucchero semplice, con tutte le problematiche connesse. Quando lo usate, accertatevi che sia zucchero di canna integrale, quello vero che si presenta scuro e umido. Molti zuccheri di canna in commercio non sono realmente zucchero integrale di canna! Il saccarosio è formato dal 50% di glucosio e dal 50% di fruttosio
Il fruttosio è uno zucchero metabolizzato quasi totalmente dal fegato. Quello che vedeiamo nei barattoli al supermercato è assolutamente da evitare, perché non ha nulla di naturale. Quello invece presente naturalmente nella frutta è tutta un’altra storia e andrebbe assunto mangiando la frutta e basta, che contenendo anche altre sostanze ci fa assimilare e metabolizzare il fruttosio in maniera diversa. Quindi si alla frutta, no al fruttosio del supermercato.
E lo Sciroppo d’agave? È formato da 70-90% di fruttosio e 30 % di glucosio, quindi sarebbe meglio evitarlo, o nel caso, usatelo con moderazione e meglio raw.
Il malto non contiene fruttosio ma solo glucosio, si ottiene dalla germinazione e fermentazione di cereali. Contiene glutine, quindi non è adatto ai celiaci. Ha un indice glicemico più basso del saccarosio, ed ha un sapore gradevole.
La stevia è anch’essa sottoposta a processi di raffinazione, quindi non può essere considerato un dolcificante naturale. A me personalmente non piace assolutamente come sapore quindi non la utilizzo mai.
Per dolcificare i dolci possiamo usare anche purea di frutta come per esempio di datteri o uvetta. In questo caso ci sarebbe da fare una riflessione sulla sostenibilità, ma lo affronterò in un altro post.
Tornando a noi quindi, io nei dolci uso zucchero di canna o malto o le due cose insieme. Spesso al posto della marmellata uso purea di frutta essiccata, come per esempio di albicocche o prugne, sono molto più sane delle marmellate contenenti zucchero.
La cosa importante che vorrei aggiungere è che non dobbiamo demonizzare troppo gli ingredienti che sappiamo non essere troppo salutari, si possono consumare saltuariamente, facendole diventare piacevoli eccezioni. Mentre per la quotidianità è meglio orientarsi verso i cibi il più possibile sani e vari.
I cereali soffiati non li utilizzo molto perché malgrado quello che molti pensano, non sono un alimento naturale in quanto vengono sottoposti a processi industriali ad alte temperature che ne alterano le caratteristiche nutrizionali. Oltre a questo i sono spesso addizionati di zuccheri e grassi perciò sarebbero un alimento da evitare o comunque da consumare con moderazione; quando decido fare qualche strappo alla regola, mi oriento verso cereali soffiati il più possibile naturali, non addizionati di zuccheri e grassi. Ogni tanto ci possiamo concedere qualcosa che ci piace anche se non risponde a tutti i requisiti, l’importante è non esagerare e non farne degli alimenti di uso quotidiano, ma solo una “sana” eccezione
L’idea di questa granola vegana parte proprio da una confezione di miglio soffiato che avevo in casa. In generale le barrette di cereali croccanti mi piacciono abbastanza, e così l’idea è stata quella di aggiungere al miglio qualche altro ingrediente e trasformarlo in uno snack vegan croccante. In realtà oltre che come snack potete utilizzarlo come guarnizioni di creme e mousse, saranno la parte croccante del vostro golosissimo dessert.
Potete variare gli ingredienti, magari aggiungendo dei pezzetti di frutta essiccata, o variando i semi oleosi.
In ogni caso questa granola vegana si presta a tanti utilizzi, nello yogurt a colazione, nei dessert al cucchiaio come già detto ecc ecc, quindi è una preparazione da tenere assolutamente in considerazione. Eliminando i fiocchi d’avena otterrete una granola vegana ancora più croccante, quindi se il vostro obiettivo è qualcosa che fa crunch tenetelo presente :) Per il resto potete divertirvi a sperimentare variando per esempio le proporzioni dei semi, basta come sempre un po’ di curiosità per mettere a punto la vostra granola vegana ideale! E se volete sperimentare anche delle barrette energetiche vegane, un'idea la trovate qui
I dolcetti più semplici da preparare sono sempre i Muffins, sarà per questo che tutti li adorano?
Chissà. Sarà forse anche per le sembianze da fungo? (con un pò di fantasia
certo), o perché sono sempre soffici tanto da farli ritenere leggeri e quindi
innocui? Mah, io non ho mai capito. Confesso di preferire altri tipi di dolce,
sia per la colazione, che per la merenda o per un puro momento di piacere in
qualunque momento della giornata. Ciò non toglie che mi piace fare contento chi
mi legge e malgrado io non ami particolarmente i dolci, vedo che le ricette di
crostate, torte e via dicendo sono sempre le più lette, non c’è niente da fare,
i dolci tentano la maggior parte di voi, e io non posso ignorare questa
tendenza.
L’unica cosa, mi sono resa conto che non ho mai scritto un
post sullo zucchero, su quale sia meglio utilizzare nelle ricette e perché,
quale quello più naturale, quale quello con indice glicemico più basso,
insomma, tutto quello che c’è da sapere sullo zucchero e che ritengo molto
utile nel momento in cui dobbiamo utilizzarlo nelle nostre ricette, quindi
prometto di scriverlo a breve. Ora vi
lascio la ricetta di questi Muffins streusel, cioè dei Muffins con una crosticina
croccante e golosa, giusto perchè volevo renderli un po’ speciali.
Tutto è nato dalla necessità di consumare un bidone di farina di lenticchie che avevo in casa. Era da molto che volevo provare a fare la pasta con la farina di lenticchie, finalmente il momento è arrivato e vi racconto com’è andata.
Premetto che la mia intenzione era quella di ottenere una pasta gluten free, perciò ho scelto di utilizzare la farina di lenticchie in purezza, nulla però vieta di tagliarla con della semola per ottenere una pasta più elastica.
Il risultato finale in termini di gusto mi è piaciuto, ma ovviamente essendo la consistenza di questa pasta molto diversa da quella preparata con farine contenenti glutine, non si riesce ad ottenere qualunque formato. Sconsiglio la pasta lunga tipo tagliatelle perché temo si romperebbero in cottura, mentre il formato che ho scelto io tipo maltagliati si presta bene ad essere sia lavorato e tagliato, sia poi cotto.
Diverso il discorso se decidete di aggiungere alla farina di lenticchie anche una semola per esempio, ma questo lo vedremo in un altro post. Oggi rimaniamo sul gluten free.
Essendo una pasta a base di lenticchie ha un sapore deciso, che si accompagna bene a condimenti di carattere. Io ho scelto una crema di spinaci e allo zenzero con granella di frutta secca e zeste di limone. Ma potete sperimentare altri condimenti ovviamente, a seconda dei vostri gusti e della vostra fantasia. Eviterei un condimento troppo proteico visto che le lenticchie lo sono già. Per il resto non resta che sperimentare.
Come quantitativo, trattandosi di legumi, ho previsto delle porzioni più ridotte, all’incirca 60 g di pasta a persona, direi che è più che sufficiente. Attenzione a non rompere troppo la pasta quando andrete a condirla. Se le sfoglie sono tirate sottili, cuoce in non più di 5 minuti.
Piove, piove, piove, ed io per contrastare l’umidità accendo il forno, si fa quel che si può! Però magari per non farlo andare a vuoto, ci metto dentro qualcosa. Guarda caso avevo proprio pronta la frolla per una bella crostata vegana, alzi la mano chi in una giornata piovosa non ha voglia di mangiarsene una fetta!
Adoro le crostate da sempre, senz’altro uno tra i miei dolci preferiti e non faccio altro che sperimentare versioni sempre diverse. Non tutte finiscono tra queste pagine, per mancanza di tempo, o chissà cosa, ma questa non poteva mancare.
Mi è piaciuta tantissimo questa crostata vegana, credo che da oggi farò crostate vegane solo con farina di orzo e semolino di riso: una vera delizia, buono il sapore e deliziosa la consistenza scrocchiarella.
Una crostata da fare e rifare. Le due marmellate nascono dall’esigenza di consumare due barattolini di marmellata fatta in casa che avevo in frigorifero, lamponi e pesche, io ho un debole per i lamponi, quindi che dire, niente, mi spiace solo che non ne avevo abbastanza per fare tutta la crostata vegana intera. Ma anche il gusto pesca non è male, anzi: “aspetta che riprovo e sento quale mi piace di più”. Ecco, proprio così è andata a finire, tra un: “aspetta che provo” e l’altro, la crostata è bella che andata. Altre versioni di crostate vegan, se avete voglia di sperimentare, le trovate qui e qui
Il forno non è stato acceso invano e questo è l’importante!
Ricetta e procedimento qui sotto, spero piova tanto anche da voi così magari vi decidete a provarla ;)
E’ ancora tempo di insalate, che felicità! Adoro le insalate, soprattutto con i cereali o i legumi, e il pensiero di sostituirle con piatti più invernali mi intristisce, ma dato che ancora possiamo godere di un clima estivo, io continuo a proporvele, solo con qualche ingrediente più autunnale, tanto per darvi qualche idea per le settimane a venire.
Perché la bella notizia è che non è necessario che le insalate siano sempre fredde, anche tiepide sono deliziose, basta saper dosare bene cotto e crudo, ed unire ingredienti non troppo caldi a quelli freddi ed il gioco è fatto. E possiamo prolungare il piacere di mangiare un’insalata nutriente ma leggera, appagando anche il bisogno di cibi più caldi quando l’aria comincerà a rinfrescare.
Poi vale sempre il principio che mangiare una parte di cibo cotto ed una parte di cibo crudo, è un’ottima abitudine e se riusciamo a far stare tutto in un unico piatto è ancora più semplice e qualche volta risolve il problema del poco tempo a disposizione.
Oggi funghi! la stagione è quella giusta ed in giro è un tripudio di chiodini, finferli, porcini! Io ne approfitto perchè li adoro e alla solita minestra di orzo, o alle classiche tagliatelle, alla meravigliosa polenta, aggiungo questa deliziosa insalata, piena di sapore, golosa, nutriente e sana, ma decisamente golosa.
Variare i cereali a tavola è un’ottima abitudine, l’avena, questa sconosciuta è tra le mie preferite, mantiene il chicco sodo sotto i denti e la trovo meravigliosa nelle insalate. Se volete un’altra idea per utilizzarla, qui trovate un’altra deliziosa ricetta, fusion come piace a me :)
Oggi posso dire finalmente! Perché questo risotto integrale ai peperoni è in attesa di essere pubblicato da anni, ma ogni volta che l’ho fatto non sono riuscita a fotografarlo e a postarlo, e mi sono dovuta impegnare davvero molto per riuscirci
Un piatto semplice, però ho notato che i risotti sono sempre tanto apprezzati, e se magari io do per scontato che tutti li sappiano fare, poi per qualche motivo mi rendo conto che invece per qualche ragione interessano e quindi niente, eccomi qui con un risotto buono, colorato e ancora di stagione, siamo ancora in tempo per farlo e rifarlo.
Durante le mie passeggiate quotidiane, vedo che gli orti sono ancora carichi di pomodori, peperoni, melanzane, è ancora estate in effetti, voglio pensare a questo quando finirà, vedrò come risolverla.
Il risotto ormai lo preparo solo integrale. E’ solo un po’ più lungo da preparare, ma con un po’ di organizzazione si può fare tranquillamente.
Il riso per esempio io lo metto a bagno il giorno prima e cambio l’acqua, un po’ come per i fagioli. Se ci riuscite meglio, il motivo l’ho spiegato sul procedimento. Se non ce la fate, magari mettetelo a bagno qualche ora, non è lo stesso ma meglio che niente.
Per quanto riguarda la cremosità, io utilizzo per la mantecatura per esempio una crema di anacardi, come potete vedere qui, oppure, ed è il caso di oggi, utilizzo le verdure in purea così il piatto risulta più cremoso, optando poi per una mantecatura con olio evo. Nulla vieta di usare altri sistemi, ma questi sono i più naturali, senza dover ricorrere a panna o simili che io non amo particolarmente.
Alla fine il risotto risulterà cremoso, morbido e molto gustoso, perché i peperoni quanto sono buoni???
Ecco, tutto qua, una ricetta semplice ma golosa, se non vi piace lo zenzero aggiungete una grattugiata di buccia di limone bio, mi raccomando, e verrà buono lo stesso. Il limone e lo zenzero contrastano leggermente la dolcezza del peperone, ed il sapore alla fine è molto piacevole. Per una nota croccante invece potete aggiungere qualche nocciola tritata grossolanamente ma non è obbligatoria. Fate riposare qualche minuto prima di servire ed il gioco è fatto!
Mi pare che quella di oggi sia solo la seconda ricetta a base di zucchine presente tra queste pagine, il che è una vera assurdità dal momento che le zucchine d’estate sono una costante nella mia cucina. Il fatto è che uno dei miei piatti preferiti è il riso integrale con carote e zucchine bollite! Roba da non crederci. Una cucina tutto il giorno per poi trovarsi ad aver voglia di riso integrale con le verdure bollite. Comunque così è, la maggior parte delle volte le zucchine che compero finiscono nell'ormai ai più noto come riso punitivo. In alternativa mi piace molto anche la pasta con le zucchine e i pomodorini, ma comunque niente a che vedere con la ricetta del riso integrale, che per me non ha eguali
Dal momento però che è imperdonabile non dare spazio ad una delle verdura dell’estate tra le più gettonate, oggi vi propongo queste deliziose linguine al limone con pesto di zucchine.
Buona, leggera, delicata, e veloce e ovviamente vegan. Direi che ha tutte le carte in regola per godere di uno spazio tra queste pagine. Come tutte le preparazioni di questo genere, potete regolare il pesto secondo i vostri gusti: più o meno aglio (io ne metto pochissimo) e più o meno basilico, a seconda anche di quanto è intenso. L’olio evo deve essere di ottima o qualità e basta, tutto qui, un piatto veramente semplice ma molto gustoso. Se volete potete anche usare le zucchine crude, io preferisco sbollentarle 30 secondi, ma va a gusto personale. Prima che le zucchine ci salutino, approfittiamone per preparare queste deliziose e profumate linguine al limone vegan
Settembre ormai è alle porte e tra un po’ sarà un tripudio di nocciole, fichi, cachi, zucche, e tutto quello che la stagione porta con sé, non ultima la tristezza che puntualmente arriva con la fine dell’estate, almeno per me.
Io dovrei proprio trasferirmi in un paese dove l’imperativo categorico sono le ciabatte. Non che sia un’amante delle ciabatte eh, questo no, non le uso nemmeno in casa, ma certamente lo sono di quel senso di leggerezza e libertà che solo le infradito sanno dare!
A parte gli scherzi, che però non lo sono poi tanto, avrei fretta di postare tanti piatti deliziosi ed estivi prima che scada il tempo utile, ma purtroppo la stanchezza e la pigrizia che arrivano puntualmente con il caldo e le belle giornate non mi hanno permesso e non mi permettono di condividere tutto quello che avrei voluto e vorrei.
Però il piatto a base di riso nero e ananas che mi è piaciuto veramente moltissimo, non posso mancare di postarlo: delizioso, un po’ esotico, con quel pizzico di agrodolce che ci porta sempre lontano, con uvetta, anacardi, zenzero e peperoncino: profumato, leggermente croccante, speziato e piccante.
Ho usato insieme riso nero e riso thai, ma sarà perfetto anche con solo uno dei due. Per semplificare il procedimento, io opterei per il riso nero. E' molto semplice da preparare e ne vale veramente la pena, un delizioso piatto per una cena estiva, finchè possiamo approfittiamone.
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