Questa è una ricetta per chi come me si entusiasma all’idea di riciclare gli avanzi e soprattutto le parti di scarto degli alimenti, vi ho già contagiati vero? :) (ognuno si entusiasma come può )
Prima che l’estate ci saluti, oltre che alle solite passate, ai sott’olii, e a conserve varie di pomodori, perché non trovare un modo per riciclarne anche le bucce? Per esempio, quando preparate sughi o pesti che prevedono l’eliminazione della buccia esterna, non buttatela. Potrete essiccarla in forno o nell’essiccatore e poi frullarla fino ad ottenere una polvere sottile da utilizzare per aromatizzare risotti ( basta spolverizzarne un po’ a fine cottura)o nei lievitati come per esempio pane o brioches salate, o in biscottini da aperitivo a base di pasta sfoglia o quello che più vi piace. Oppure come ho fatto io, potrete preparare degli sfizziosissimi taralli integrali gusto pizza! Vi assicuro che tutto ciò vi darà grande soddisfazione.
Solitamente mi chiedete consigli su come essiccare se non si ha l’essiccatore. Io prima di acquistarlo usavo il forno alla minima temperatura, con lo sportello leggermente aperto per far uscire l’umidità, per il tempo necessario che valutavo a seconda degli ingredienti e in modalità ventilato se non volava tutto! Ora che ho l’essiccatore non so più darvi i tempi precisi con il forno dato che non lo uso più a questo scopo, ma posso dirvi che le bucce, che sono molto sottili, non dovrebbero impiegare molto ad essiccare, quindi non è troppo dispendioso in termini di costi e di energie.
Io come vi ho già detto ho preparato dei taralli leggermente piccanti, aromatizzati con bucce di pomodoro e origano, Ma potete essiccare tante cose, largo alla fantasia. Sulla quantità di polvere di
pomodoro dipende da quanta ne avete a disposizione e dal gusto personale, dosandola si può ottenere un spore più o meno accentuato, sempre buono comunque, e questo è l’importante purchè non esageriate, ovvio.
E dato che accendere il forno ora non fa più così paura, mi raccomando, prima di buttare qualsiasi cosa pensateci, e ricordatevi che molto può essere riciclato e rendere deliziosi e originali i vostri piatti.
Lavoro lavoro lavoro…ecco fatto il riassunto dell’ultimo periodo. Stanchezza tanta, di quella che non vi fa venire nemmeno delle buone idee, avete presente? Anzi in realtà di idee ne ho moltissime, ma fatico a realizzare anche la cosa più semplice. Frigo vuoto, dispensa in stato di abbandono, giardino lasciato allo stato naturale con tante erbacce che a guardarle mi assale un senso di rassegnazione tale che mi impedisce di cominciare il lavoro di ripulitura: e quando mai potrò finirlo? Meglio non cominciare nemmeno!
Cose da fare troppe e di vacanze nemmeno l’ombra. Ecco, il momento dedicato allo sfogo è finito spero sia utile a qualcuno che altrettanto stanco si possa sentire meno solo. Caso mai per ulteriore supporto scrivetemi in privato ;)
Comunque, mi piace la cucina per tanti motivi, ma anche perché malgrado il frigo vuoto, se si hanno passione e idee qualcosa si rimedia sempre. Allora, ieri in frigorifero avevo: 1 avocado 1 peperone e due pomodori. Mmmm, mi ero fatta tentare da una crema di peperoni e mandorle da spalmare sul pane che comunque farò a breve, ma volevo provare con un procedimento non proprio veloce, quindi progetto rimandato. Così ho optato per una vellutata fredda di patate (anche quelle stranamente le avevo) e avocado profumata all’aneto (da qualche parte tra le erbacce in giardino c’era pure quello) Ed ecco spiegata la genesi del piatto, del tutto casuale e mai sperimentata prima. Buona, mi è piaciuta, una versione estiva della vellutata di patate, resa vellutata e ricca dall’avocado. Io se dovessi prepararla per qualche ospite ne servirei un bicchierino ad inizio pasto, lo trovo un’ottimo apri cena, sfizioso, leggero, profumato e fresco. Avrei voluto aggiungere una nota croccante, ma la mia idea era troppo lunga: fiocchi di patate soffiati, sono deliziosi e magari ve li racconterò presto. Comunque un crostino andrà benissimo, magari di pane nero, o un grissino infilato nel bicchierino. Io non ho fatto nulla di tutto questo, ma data la stanchezza è già tanto che abbia fatto foto e post, per stavolta va così, ma mi farò perdonare. Vi lascio la ricetta semplicissima e veloce. E se siete alla ricerca di una ricetta anti calura estiva, guardate anche questa
Oggi una ricetta veloce, non ho fatto altro che cucinare e fotografare in questo periodo ma non per il mio blog, quindi sono un po’ a corto di piatti da proporvi. Certo potrei raccontarveli, ma non sarebbe la stessa cosa, mi rendo conto. Quindi per oggi qualcosa di veloce ma molto sfizioso. Mi sono appassionata a questi biscottini salati perché li trovo perfetti per accompagnare un calice di bollicine per esempio :) Sono quelle cose che non correte il rischio che vi restino lì, finiscono sempre in un battibaleno.
Sono buoni anche da soli. Però compagnia caldamente consigliata è un calice di qualcosa con cui mandarli giù, alcolico o no, fate voi, purchè qualcosa ci sia.
E una volta che vi troverete a corto di pane, crostini, crakers ecc ecc, teneteli presenti, sono veloci e deliziosi, da mangiare anche con salsine, creme o patè, come questo,questoo questo o magari per finire l’insalata russa che vi è rimasta in frigorifero (ma quando mai????? ;) Insomma, cosa non si può fare con questi biscottini salati, mi sto chiedendo in effetti perché non li ho postati prima, chissà magari vi avrei risolto qualche situazione.
E vogliamo spendere due parole sulle farine? ogni volta ne uso una diversa: oggi abbiamo farina di semi di canapa, farina di grano saraceno e come aromi i miei amati semi di kummel carvi, buoni! quasi quasi me li preparo un’altra volta, cosa non si farebbe per stappare una bottiglia di bollicine ;)
E’ talmente un periodaccio che non ho nemmeno voglia di uscire a fare la spesa, complice la pioggia ovviamente, ma questo presumo sia un pensiero condiviso. Ma siccome tocca lavorare, ecco che per produrre qualcosa in questi casi bisogna aguzzare l’ingegno. Credo che questa crostata salata non sarebbe mai nata se non fosse stato per la pigrizia di affrontare vento e pioggia. Avevo deciso che qualcosa dovevo cucinare, apro il frigo e niente, unica verdura superstite sopravvissuta alla spesa precedente: un mazzetto di cipollotti. In un cassettino della memoria c’era il ricordo, molto lontano di una torta salata con cipollotti che avevo visto in qualche rivista, ma chissà quale e chissà quando, ma l’immagine nella mia testa esisteva. E così ho pensato di inventarne una. Certo non è bella come la foto che avevo in mente, ma non avevo nemmeno abbastanza cipollotti per riprodurla come la ricordavo. E poi la mia è vegan e quella del ricordo senz’ altro non lo era, quindi in poche parole, tutta un’altra cosa ;) ma questo è il bello della cucina. Il risultato è stato fenomenale, ve lo assicuro! Mi avete mai sentito sbilanciarmi più di tanto? Ma stavolta lo faccio. Sapete cosa? Ho solo una torta salata su questo blog, perché detesto la pasta brisè, la pasta sfoglia, e tutte quelle paste che solitamente si usano per le torte salate. Mi piace la pasta matta, quella si, ed è infatti l’unica ricetta (vegetariana a meno che non eliminiate il formaggio dal ripieno ), che trovatequi.Ma questa è veramente fantastica, credo che diventerà il mio alimento base per la prossima primavera/estate, pensate a quante verdure posso sperimentare. Comunque anche la versione con cipollotti è davvero buonissima. La proverò in versione monoporzione, per antipasti e finger food, e con creme diverse, ne ho già alcune in mente. Vabbè, diciamo che di torte salate sentirete ancora parlare ecco, diciamo così. Intanto gustatevi questa, ne vale veramente la pena. E grazie alla pioggia e al periodaccio no, perché comunque qualcosa di buono ha fatto venir fuori :)
Carenza di ferro? Questa è la ricetta che fa per voi, carciofi
e spinaci ne sono ricchi! Comunque, a parte l’aspetto salutistico, quest’insalatina
è molto buona, ma d’altra parte come potrebbe non esserlo? i carciofi sono una
vera delizia! In fin dei conti non è che abbia poi aggiunto chissà cos’altro!
Giusto dell’avena, per dare un’alternativa al solito orzo, farro, riso, ecc. E
una salsina ad aggiungere tono al piatto,
leggermente salina e aromatica per la presenza del prezzemolo, dei capperi e
del mio amato miso chiaro e di qualche fogliolina di menta fresca. Ecco, il
segreto del piatto sta tutto in questa salsina, che come sempre potete variare
a seconda dei vostri gusti. L’unica accortezza, aggiungetela poca alla volta
per non salare troppo il piatto, mi raccomando, e poi se necessario finite il
condimento con olio evo. Potete aggiungere anche zeste di limone, io l’ho dimenticato, ma
volevo! Prossima volta sarò più attenta, comunque un piatto delizioso, da
servire tiepido come antipasto, o magari anche come primo piatto, in questo
caso abbondate un po’. Per il resto non ho molti consigli da dare, a parte di
non salare né l’avena, e appena appena i carciofi, per il resto il piatto è
semplice da preparare. Potete eventualmente sostituire l’avena con altri
cereali se non l’avete.
Come possiamo rallegrare questo primo giorno di ottobre,
grigio e piovoso? Si potrebbe preparare un dolce di quelli super golosi, magari
al cioccolato di quelli che scaldano anima e cuore, ma c’è ancora qualche fiore
in giardino, a colorare queste giornate autunnali, e allora perché non portarli
in tavola? La borragine continua a crescere rigogliosa, e prima che anche per
quest’anno il freddo la faccia capitolare, ho
preparato una torta, ovviamente salata. La borragine ha un sapore molto
particolare, ha una nota di freschezza che fa pensare alla primavera. Mi piace
mescolarla ad altre verdure, prepararci i tortelli o qualche contorno sfizioso.
Non sono un’amante delle torte salate, soprattutto perché in genere si usano
paste troppo grasse per prepararle. Ma la pasta matta è un’altra cosa, è come
una sfoglia di pane, leggerissima e croccante, un guscio ideale per racchiuderci
quello che più vi piace. Provatela, sono sicura che diventerà anche per voi un
sostituto ideale quando siete alla ricerca di un piatto leggero, sano e
soprattutto vegetariano. Se non avete la borragine potete tranquillamente usare
altre verdure, spinaci, cicoria, bieta, quello che più vi piace insomma. Le torte
salate non mettono limiti alla fantasia. Io un po’ di borragine l’ho messa nel
ripieno, sennò non avrei saputo giustificare la presenza dei suoi fiori! E se
dovevo rallegrare questa giornata grigia, come avrei fatto senza questo celeste
meraviglioso?
Non sono un’amante del fritto e questo si sa, la mozzarella
in carrozza credo di mangiarla con una frequenza di una ogni dieci anni, quindi
non molto spesso….però…che vi devo dire, ci sono giorni in cui una cosa ti
entra in testa e finchè non le dai il suo spazio resta li a darti il tormento.
Complice il fatto che un giro a bacari di idee in effetti te
ne mette molte! e poiché da buona vegetariana, solitamente non mangio quasi
nulla di quello che la tradizione veneziana propone con il classico giro di
spritz…che dire, me ne sono tornata a casa con qualche idea per la testa.
Questa è stata la volta della mozzarella in carrozza, anche perché mi sono
ritrovata in casa dell’ottimo pane casereccio e una buonissima mozzarella, metteteci
il giro per bacari a Venezia e la ricetta è venuta da sé!
Quindi come ormai sarà chiaro a tutti oggi, mozzarella in
carrozza, però in versione vegetariana! Sana? Forse non troppo, ma una volta
ogni 10 anni si può fare uno sgarro, se non altro è fatta in casa, quindi
ingredienti sicuramente genuini e di prima qualità, sennò non vale nemmeno la
pena prepararle.
Ho sostituito la classica acciuga con dei capperi, per dare un
po’ di salinità. Ovvio, chi non è vegetariano può prepararla in modo classico, ma anche con i capperi se
volete provarla, è veramente buonissima!
Anche oggi un’altra ricetta semplice ma sfiziosa, perfetta
da abbinare ad un calice di Rosso di Rigole 2011Tenute Tomasella. D’estate
disponiamo di tanti ingredienti buoni, frutta e verdura colorate e saporite,
quindi portiamole in tavola tutti i giorni, variando il più possibile, magari rivedendole un po’ e presentandole in
modo diverso.
I fichi forse siamo abituati a pensarli solo come frutta o
dessert, ma possono diventare protagonisti anche di piatti salati molto gustosi.
Così io li ho abbinati a del formaggio di capra filante con erbe
aromatiche e crostini di pane alle noci. Un piatto delicato, ma molto
gustoso, e se volete una ricetta per un ottimo pane alle noci, andate qui
E il vino perfetto per questo piatto? un Rosso di Rigole 2011 ottenuto da Merlot e dall’autoctono
friulano Refosco: un vino di colore rosso rubino con sfumature viola, dotato di
grande complessità aromatica, dalle eleganti note di frutti di bosco, lampone e
leggere sfumature erbacee, tipiche del Merlot delle nostre terre da servire a
14°. La scheda per l'approfondimento qui
Vi ho già parlato della cantina Tenute Tomasella qui equi. L’azienda si estende su 150 ettari, di cui 30 vitati, (23 in Veneto e 7 in
Friuli). I vini che inizialmente venivano prodotti dalla cantina erano
sostanzialmente spumanti realizzati con metodo Charmat lungo, legati alla
tradizione delle bollicine tipica del territorio veneto. L’evoluzione poi è
andata verso vini di matrice Friulana, che esprimono tutte le caratteristiche del territorio di appartenenza.
Vi lascio alla ricetta, molto semplice, ma vi piacerà. Può
essere un delizioso secondo piatto, o anche un antipasto, fate voi.
Oggi un post un po’ particolare, perché la ricetta che vi
propongo nasce dall’ esigenza di creare un piatto in abbinamento ad un vino che
ho avuto il piacere di degustare grazie all’ incontro con un’importante azienda vinicola, Tenute Tomasella, situata al confine tra il Friuli e il
Veneto, tra la DOC Friuli Grave e la DOC Piave. Due terre così importanti per
la produzione vinicola, che si distinguono per caratteristiche ben precise,
ma che nel loro incontro danno vita ad una produzione particolare e
decisamente eccellente, dovuta alla conoscenza, alla passione e alla dedizione
di chi queste terre le conosce da sempre, che le cura con rispetto e sapienza.
Per chi volesse avere informazioni sui vini e sulle TenuteTomasella, lascio i link per gli approfondimenti, che trovate qui equi, così
potrete sapere tutto anche sulle tecniche di vinificazione.
Io invece vi
racconto di come è nata questa ricetta, semplice, fatta di pochi
ingredienti, ma tutti d’eccellenza e di grande tradizione. I loro sapori
freschi, si sposano perfettamente con le note di questo Grave friulano 2013, sottilmente aromatico, di timo e rosmarino, fruttato di mela e pera, con ricordi di miele e fiori d'acacia e la tipica nota di mandorla.
Ho scelto un abbinamento classico, burrata e datterini, scegliendo
però di concentrare il profumo e l’aroma dei pomodori con un’asciugatura al forno, così da renderli
saporitissimi ed esaltare il gusto e la freschezza del formaggio, morbido e
cremoso. Ho aggiunto poi una nota croccante con delle cialde di pane sottilissime,
che si ammorbidiscono un po’ grazie all’umidità del formaggio, regalando al
palato un’alternanza di morbido e croccante, al profumo di erbe fresche e
basilico.
La ricetta è semplicissima ma d’effetto, bella da portare in
tavola, da abbinare ad un calice di D.O.C Grave friulano 2013servito fresco,
mi raccomando! 10° saranno perfetti
per esaltarne tutti i profumi e gli aromi.
E’ quasi primavera e io già penso all’insalata di riso, Vero è che la mangerei anche d’inverno, ma di fatto c’è che effettivamente mi sono accorta che non ho più molta voglia di zuppe, brodini e vellutate. E questo è un segno! Segno che è ora di cambiare menù, di rispolverare i piatti primaverili.
Tra un po’ sarà tempo di erbette, ma ancora un po’ ci vuole, per ora nel mio orto giardino ci sono solo i carletti (forse non tutti sanno cosa sono, ma vi spiegherò) e la prima borragine! Mi darò da fare e li trasformerò in qualcosa di mangereccio ma non è ancora il momento!
Mentre è il momento di un altro piatto che ho preparato qualche giorno fa, un giorno in cui faceva veramente caldo e casualmente mi ritrovavo con una quantità considerevole di tofu morbido, bottino di una spedizione in un negozio di cibi orientali, dove se decidi di comperare del tofu, devi prepararti a portarne a casa in abbondanza.
Questa è una delle varie ricette provate e messe a punto, cui sono seguite un certo numero di salsine buonissime che ho mangiato però senza annotarmi gli ingredienti e ora chi se li ricorda più! Mannaggia a tutte le volte che mi riprometto di tenere un blocco e una penna vicino ai fornelli e non lo faccio! Capita anche a voi? :D Vabbè, aspettando che torni l’ispirazione per replicarne qualcuna , vi lascio l’unica messa nero su bianco! Si vede che ne valeva proprio la pena, ve la lascio, così se avete del tofu e non sapete proprio cosa farne, magari potrebbe venirvi in aiuto, a me è piaciuto molto!
La ricetta di oggi interesserà per lo
più chi ha scelto di adottare un'alimentazione vegetariana o vegana,
ma anche chi, senza aver fatto scelte drastiche, cerca qualche
alimento alternativo alla carne che possa però somigliarle dal punto
di vista nutrizionale e del “gusto”
Parliamo di un alimento che, è considerato il sostitutivo della carne per eccellenza, il seitan, al quale ho aggiunto la farina di lenticchie.
Esiste un prodotto, il muscolo di grano, che è equiparabile a questo per li ingredienti utilizzati, ma la lavorazione è segreta ed il risultato finale è simile alla carne come consistenza. Il “muscolo di grano” è stata per me una vera
rivelazione, e da quando l'ho provato la prima volta, devo dire che
lo preferisco di gran lunga al seitan, sia in termini nutrizionali,
sia nella consistenza, che nel gusto.
Di fatto il “muscolo di grano”
altro non è che glutine di frumento mescolato a farina di
lenticchie, aromatizzato con erbe e bollito in un brodo vegetale.
Molto semplice da preparare a patto di avere a disposizione del
glutine di frumento, si presta poi a moltissime interpretazioni, che
un po' alla volta posterò, prima fra tutte il ragù che mi ha dato
una grandissima soddisfazione in termini di gusto e consistenza (in
effetti le tagliatelle al ragù mi mancavano parecchio! :D)
Dal punto di vista nutrizionale quindi
abbiamo la compresenza di proteine derivanti da legumi e da cereali,
quindi siamo di fronte ad un alimento proteico ad alto valore
biologico (il seitan invece contiene solo proteine di frumento). Non
voglio fare una lezione di nutrizione, ma questo semplice elemento fa
capire che siamo di fronte ad un alimento più completo.
Per quanto riguarda l'origine invece,
vi lascio a tutte le informazioni che potrete facilmente trovare su
internet, per esempioqui, da chi l'ha inventato, a tutte le varie possibili
interpretazioni. Io aggiungo solamente che la farina di legumi che si
mescola insieme al glutine di frumento può essere variata, quindi
dai ceci, alle lenticchie, ai fagioli, alla soia e via dicendo,
otterremo sempre un prodotto con caratteristiche diverse, così come
la proporzione tra gli ingredienti. In questo caso saranno sia il
gusto che la consistenza a cambiare, e a seconda dell'uso che si
dovrà farne. Intanto qui trovate due versioni, la prima è più densa e dura, va bene per preparazioni tipo brasato e in umido, o per il ragù. La seconda, con metà farina di lenticchie rispetto al primo, è più morbido e va bene per piatti freddi (tipo "seitan" tonnato) o per le cotolette.
Oggi, penultimo giorno dell'anno,
voglio salutare tutti con l'augurio che il 2014 possa essere un anno
di ripresa, un anno che accolga con entusiasmo le nuove idee, e che
premi chi con passione ed energia porta avanti quello in cui crede.
E per farlo come sempre vi lascio una
ricetta, talmente semplice che potrebbe sembrare banale, ma quando
gli ingredienti sono d'eccellenza, le ricette non sono mai banali.
Conoscere bene le materie prime e saperle scegliere sono i primi
passi per un risultato finale di qualità, la consapevolezza è
volersi bene e voler bene anche alle persone per cui cuciniamo.
La scelta della ricetta di oggi non è
casuale, per diversi motivi. Il primo è che è una proposta molto
versatile che potrete utilizzare declinata in molti modi: per esempio
come semplice crema per impreziosire le vostre tartine di capodanno,
o come condimento per gli gnocchi di zucca, (la ricetta qui ),per la pasta fatta in
casa, o perchè no? come salsa per il vostro panino.
In ognuno di questi casi avrete dato un
tocco magico al vostro piatto, perchè l'ingrediente di cui andremo a
parlare è un prodotto d'eccellenza dell'agroalimentare italiano: il
Radicchio Rosso di Treviso IGP, il fiore dell'inverno.
Il secondo motivo della scelta
della ricetta di oggi è voler far conoscere, a chi
non avesse ancora avuto il piacere, questo prodotto di altissima qualità.
Forse non tutti sanno che il Radicchio
Rosso di Treviso IGP arriva sulle nostre tavole dopo varie fasi e
vari passaggi. Ma quando è in campo, qualcuno l'ha mai visto? E perchè è bianco
e rosso e non verde? E perchè costa di più delle altre cicorie? E perchè la
sua coltivazione è possibile solo in 24 comuni del Veneto? Tante
domande a cui dare risposta. Certamente non riesco a fornirvele tutte con questo post, ma posso
suggerirvi dove poter approfondire le vostre conoscenze.
Ho avuto il piacere e l'onore di
essere stata invitata ad un evento promosso da ORTOROMIe dal
Consorzio di tutela del Radicchio Rosso di Treviso e Radicchio Variegato di Castelfranco IGP e di essere stata guidata
attraverso le varie fasi di lavorazione del prodotto proprio dal
presidente del Consorzio di Tutela, Paolo Manzan, che a sua volta è produttore del radicchio
rosso di Treviso e di Castelfranco IGP, quindi chi meglio di lui
poteva accompagnarci in questo tour conoscitivo? Tra l'altro la sua azienda, NONNO ANDREA è certificata per la biodiversità, quindi i
prodotti sono naturali, e ottenuti con processi di produzione
sostenibili e io a queste cose ormai ci faccio molta attenzione,
perchè l'ambiente non è qualcosa al di fuori di noi.
Comunque, siccome ripercorrere tutte le
tappe sarebbe troppo lungo, vi lascio una serie di
link per gli approfondimenti che troverete in fondo alla pagina. Guardateli,
scoprirete davvero tantissime cose su un prodotto unico che vale la
pena saper riconoscere e comperare consapevolmente, perchè quando un
prodotto è IGP , è bene sapere che deve rispondere ad una serie di
caratteristiche che ne garantiscono le proprietà organolettiche. E se quello che comperiamo non ha il marchio IGP, è giusto sapere che non siamo di fronte allo stesso prodotto. Ecco, tutto qua, volevo solo fornire qualche
strumento al consumatore finale perchè possa scegliere bene e
consapevolmente.
Ora vi lascio alla ricetta, sembra
lunga, ma è davvero semplicissima e buonissima, provatela, domani è capodanno, e il rosso
si sa, porta bene :-)
Oggi un post veloce, come la ricetta
che vi propongo. Vi consiglio vivamente di provarla, anche chi vegano
non è, potrebbe trarne diversi vantaggi. Quali?
Primo: potrebbe decidere di diventarlo,
folgorato dalla bontà della maionese senza uova e ve lo dice una che
si è appassionata da poco, come facevo prima a non mangiarla?
Boh...misteri inspiegabili
Secondo: se qualcuno fosse intollerante
alle uova potrebbe trovare così un'ottima soluzione all'astinenza
forzata da maionese.
Terzo: meno colesterolo per tutti
(vegani e non vegani)
Quarto: facilità nella preparazione.
La maionese vegana non impazzisce, è facile da fare e potete dosare
l'olio a vostro piacimento (però un po' ce ne va!)
Quinto: si conserva più a lungo di una
maionese con le uova fatta in casa.
Vi ho convinti? Spero di si, perchè ne
vale davvero la pena. Vi lascio la ricetta
La ricetta di oggi vi fa un pò ridere? pensavate che non ci fosse bisogno della ricetta dello tzatziki? si beh, forse avete anche ragione, ma c'è un però: ho scoperto che ci sono talmente tante scuole di pensiero su come preparare lo tzatziki che l'argomento più che un post meriterebbe un libro.
Ora, al libro ancora non ho pensato, anche perchè ci sarebbero argomenti che al momento mi interesserebbe di più affrontare se dovessi decidere di scriverne uno, ma un post quello si può fare.
Ovviamente con la solita precisazione: questo è il mio tzatziki, e non chiedetemi in quale zona della Grecia lo preparano così perchè è una domanda cui non saprei rispondere, credo che ogni famiglia greca lo faccia a modo suo, quindi questo, copiato non ricordo più dove e da chi, è quello che insieme a qualche famiglia greca, piace anche me, che greca non sono, ma che in Grecia ho trascorso lunghi periodi e aggiungo bellissimi;) Ma lasciamo stare i ricordi e torniamo a noi.
Allora, gli ingredienti mi sa che li conoscete tutti, ma a scanso di equivoci li riporto tutti qui sotto insieme al procedimento. E se vi sembra una ricetta fuori stagione, beh, stavolta non sono d'accordo. Ogni volta che preparo kefta, burger o polpettine vegetali che siano, lo tzatziki non me lo faccio mai mancare, quindi è una ricetta proprio per tutte le stagioni, poi viene da sè che d'estate venga più voglia di mangiarne che d'inverno, ed è giusto così.
Procedimento
Lavare e pelare il cetriolo, aprirlo in due nel senso della lunghezza, eliminare i semi, poi grattugiarlo con una grattugia a fori larghi. Salare e metere a predere l'acqua in un colino per un'oretta (o anche più).
Trascorso il tempo schiacciare bene il cetriolo con una forchetta per far uscire bene tutta l'acqua, ridurre lo spicchio d'aglio in pasta e mescolare tutti gli ingredienti (tranne l'olio e il pepe) allo yogurt. Conservare in frigorifero fino al momento di servirll. A piacere aggiungere un filo d'olio e del pepe macinato fresco prima di portare in tavola.
Alcune annotazioni: ovviamente la quantità d'aglio è a piacere, decidete in base agli impegni della giornata, se dovete rimanere in casa da soli per i due giorni seguenti potete anche esagerare se vi piace :-)
Scusatemi se in questo periodo non riuscirò a passare molto dai vostri blog, ma sono veramente impegnatissima, cercherò di recuperare con qualche giro serale. Intanto vi auguro uno splendido w.e. Un bacio a tutti.
Oh come sarebbe bello poter organizzare ancora un bel picnic nei prati. Passare le giornate a decidere cosa metterci dentro, immaginare di mangiare tante prelibatezze seduti sul nostro plaid a quadri contando le margherite. O magari all'ombra di un bel bosco dopo aver tanto faticato per riempire il nostro cestino di mirtilli!
A proprosito di mirtilli, ma ve l'avevo raccontato che quest'estate, partita alla volta di un non ben identificato bosco, sono tornata a casa con un solo mirtillo? Uno!!!!!!!è tutto quello che ho trovato dopo aver controllato ogni angolo più o meno nascosto del bosco! Una tristezza che non vi dico. Erano anni che non andavo in montagna e anni che non raccoglievo mirtilli. Eh, sono lontani i tempi in cui si tornava a casa col cestino pieno, pronte a preparare la crostata più buona del secolo. Mi sa che negli anni si è sparsa troppo la voce e i mirtilli son diventati preziosi come i tartufi.
Vabbè, dicevo, come sarebbe bello poter organizzare ancora qualche bel picnic, magari anche al mare, alla ricerca di telline..... A proprosito, ve l'avevo racontato di come quest'estate partita alla volta del mare sia rimasta in panne con la macchina in autostrada e sia finita col mio cestino a contare invece che le telline, i bulloni in un'officina, sperduta non so nemmeno io dove? E vabbè, è stata un'estate così, di quelle che si ricorderanno, per gli imprevisti per lo meno :-)
Insomma, sarebbe bello partire con un cestino alla volta di qualche luogo ameno, ma ahimè temo che dovremo attendere un pò. Ma siccoma la dolce Imma mi ha invitata al suo picnic, io l'ultimo cestino l'ho preparato proprio in vista di una splendida giornata insieme. Per ora virtuale, ma al primo caldo chissà......lo mangeremo insieme questo cestino? (il contenuto volevo dire.......)
Io ci metto una bella focaccia ai pomodorini, altissima e morbidissima farcita con il labne. L'impasto l'ho preparato con il liquido che ho ricavato dallo yogurt messo a colare. Veramente molto buona. Che dici Imma, partiamo per il nostro picnic insieme?
Focaccia morbida
Ingredienti farina 00: 250 g farina manitoba: 250 patate bollite: 100 g sale: due cucchiaini zucchero: un cucchiaino olio: qualche cucchiaio colatura del labne: 250 g (in alternativa acqua) acqua: qb lievito di birra disidratato: 4 g pomodorini: 500 g origano: qb
Per il labne yogurt intero: 500 g sale: qb
Procedimento
Per preparare il labne, sistemare in un colino una garza pulita e versare 500 gr di yogut intero bianco. Aggiungere un pò di sale, mescolare. Sistemarlo sopra un recipiente, coprirlo con della pellicola e lasciarlo in frigorifero per qualche ora (più lo si lascia più diventa denso. Io di solito lo lascio una notte, ma già dopo quattro ore si è addensato) Ogni tanto girarlo in modo che la parte più densa che si forma intorno alle pareti del colino finisca al centro, e quella più liquida rimanga all'esterno. Alla fine si otterrà uno yogurt spalmabile. Il liquido che si ottiene va benissimo per panificare. Da 500 gr di yogurt si ottengono, dopo otto ore circa, 250 gr di labne e 250 gr di liquido.
Lessare le patate, poi sbucciarle e schiacciarle con una forchetta. Sciogliere il lievito in poca acqua tiepida e con il cucchiaino di zucchero e aspettare che si formi la schiumetta.
Miscelare le due farine, formare la fontana, aggiungere il lievito sciolto nell'acqua, la patata schiacciata e cominciare ad impastare unendo il liquido ottenuto dalla colatura dello yogurt poco alla volta (io ho dovuto aggiungere anche un pò d'acqua per ottenere la consistenza giusta dell'impasto). Impastare bene finchè si forma un panetto morbido, aggiungendo anche un cucchiaio d'olio e il sale. lavorare il panetto sulla spianatoia per almeno dieci minuti finchè sarà liscio.
Metterlo a lievitare in una ciotola leggermente unta d'olio e chiusa con pellicola. Lasciare fino al raddoppio de volume, ci vorranno tre/quattro ore, a seconda della temperatura ( io lo tengo nel forno chiuso con solo la lucina accesa)
Nel frattempo lavare e tagliare in due i pomodori. Salarli e lasciarli a perdere l'acqua in un colino. Quando la pasta sarà lievitata, sistemarla in una teglia leggermente oliata e distenderla senza sgonfiarla troppo. Sistemare sulla superficie i pomodorini con il lato tagliato rivolto verso l'alto, un filo d'olio e dell'origano a piacere e lasciare lievitare per un'altra mezz'ora. Trascorso il tempo cuocere a 180°C per circa 35/40 minuti. Sfornare e far raffreddare. Una volta fredda dividerla in due come un panino e farcirla a piacere. Io ho scelto del labne, poi tagliarla a pezzi e servirla
Con questa ricetta partecipo al contest della mitica e dolcissima Imma, "Take Away"
Bene, anche per oggi è tutto. Vi auguro uno splendido w.e Un bacio a tutti e al prossimo post.
Non so alla tradizione di quale regione appartenga questo piatto. Io però ci sono molto legata. A Venezia brulicano i "bacari", osterie dove è tradizione bere l'ombra con qualche cicchetto prima di pranzo o di cena, che poi altro non sono che stuzzichini, la polpetta di carne o di pesce, il polipetto bollito, il crostino di baccalà mantecato e molti altri, accompagnati da uno o più bicchieri di vino (spesso più! )
Ma quest'abitudine è diffusa anche nell'entroterra, soprattutto nei bar di paese, le antiche osterie per intenderci.
E malgrado da tempo non osservi più questo rito, il ricordo delle domeniche mattina quando mio padre o mio nonno mi portavano a cicchetti esiste ed è vivido più che mai! Inutile dire quale fosse il mio cicchetto preferito, sennò che senso avrebbe quest' incipit a questo post? Si si erano proprio le crocchette di patate, ed è con questo ricordo che partecipo al contest della dolcissima Imma. Ho rivisitato un pò la ricetta arricchendo le crocchette con erbe aromatiche e feta. Gli anni sono passati e i gusti si sono evoluti....Il profumo delle erbe aromatiche associate alla feta sono molto presenti nella mia cucina, perciò ho riadattato un classico al mio gusto personale! E dato che ci sono, perchè non mandarla anche ad Ornella per la sua raccolta sulla Feta?....chissà che anche lei, da Veneta trapiantata in Grecia non apprezzi questo nuovo connubio....Provale Ornella, con l'olezzo di fritto che si leverà nella tua cucina ti sembrerà di essere a Venezia tra calli e bacari.... se mai ti venisse un pò di nostalgia ;-) Invece tu cara Imma, se mai ci fossi stata a bacari potresti fartene un'idea.....Ecco, la feta magari nei bacari non c'è, ma l'olezzo è proprio lo stesso...parola!
Ingredienti patate medie: 3 uova: 2 erbe aromatiche tritate: due cucchiai fiori di zucca: qualcuno feta: qb sale: qb farina: qb pane grattugiato: qb olio per friggere: qb
Procedimento Lessare le patate con la buccia, poi pelarle e passarle allo schiaccia patate. Farle raffreddare un pò. In una ciotola unire alle patate le erbe aromatiche fresche sminuzzate (erba cipollina, basilico, timo, menta) e anche i fiori di zucca tagliati a listarelle sottili. Unire l'uovo, il sale e mescolare bene. Prendere un pò d'impasto e allargarlo sul palmo della mano, inserire al centro qualche pezzetto di feta, richiudere la crocchetta dandole forma cilindrica e facendo in modo che il formaggio rimanga al centro. Procedere così fino ad esaurire il composto di patate. In una ciotola sbattere leggermente l'uovo rimasto, in un piatto mettere il pane grattugiato. Passare ogni crocchetta prima nel'uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Friggere in olio caldo (circa 170°C) le crocchette tre/quattro alla volta. Scolarle metterle su carta assorbente a perdere l'olio in eccesso. Se avanza qualche fiore di zucca si può preparare una pastella con farina, un uovo, acqua freddissima e un pò di birra ( se vi ispira il metodo del tempura guardate qui) Immergere i fiori nella pastella e friggerli nell'olio caldo. Servire le crocchette tiepide o fredde accompagnate dai fiori in pastella.
Alcune annotazioni: ho aggiunto all'impasto i fiori di zucca, ma le crocchette sono buonissime anche senza, l'importante sono le erbe aromatiche in abbinamento alla feta.
Con queste crocchette vi auguro un buon inizio settimana. Non mangiatene troppe però, mi raccomado...col fritto è bene non esagerare. Un bacio a tutti e al prossimo post.
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