Queste barrette sono una delle cose più buone che ho preparato ultimamente, ovviamente secondo il mio gusto, che non è quello dei più, ve lo dico subito! Fino ad ora nessun' altro le ha assaggiate, perché quando le faccio, me le mangio tutte. Anche perché, quando dovrei farle assaggiare? non sono un dessert, quindi non le posso offrire dopo cena, non sono dei dolcetti da servire con il tè. Sarebbero perfette prima di fare sport, ma solitamente la gente prima di fare sport non passa a salutarmi :)
Così quando è il momento giusto per mangiarle, d solito ci sono solo io. Comunque, se proprio devo dirvela tutta, siccome io non è che sono questa gran sportiva, (anche se è una vita che provo a diventarlo, più con la forza del pensiero che altro) queste barrette le mangio per merenda e basta.
Sono nate un po’ per caso, durante una sperimentazione con l’amaranto, con cui volevo preparare delle sfoglie croccanti che alla fine si sono trasformate in queste barrette. L’amaranto per chi non lo conoscesse è uno pseudocereale dal sapore molto particolare. Io lo adoro, ma sappiate che non è da tutti, così almeno è riportato in letteratura. Io trovo che abbia un sapore delizioso, e me lo mangerei anche solo cotto al naturale. lo uso in svariati modi, per esempio nella pasta di questa crostata salata è una vera delizia, ci ho preparato anche dei biscotti che posterò presto. E’ un alimento molto proteico, con un elevato contenuto di lisina, ed è fonte di calcio, ferro, magnesio, fosforo e lecitina. Come il grano saraceno dal punto di vista nutrizionale è considerato a metà tra un cereale e un legume, giusto per darvi qualche indicazione. Ora avete tutte le scuse per preparare queste deliziose barrette energetiche per sportivi ( e golosi ) Roba da mettersi a correre solo per poterne mangiare a volontà! Che sia la volta buona?
Periodo di sperimentazioni, tante, diverse e fogli volati ovunque in casa. Spesso li perdo e poi li ritrovo, ma non è detto che ciò avvenga nella medesima stagione, ragion per cui, prima di perdere anche la ricetta di questa torta per ritrovarla magari quando le prugne sarebbero solo un lontano ricordo, meglio postarla subito anche se altre attendono da più tempo.
Comunque, un dolce veramente buonissimo, che ho apprezzato ancor di più il giorno dopo. Le prugne lasciate intere sono favolose e lo rendono golosissimo.
Velocissimo da preparare, l’ho fatto con le farine che avevo in casa, fermo restando che se avete farine diverse potete sperimentare.
Due parole sulla margarina: io non la compero mai, quindi o me la faccio in casa, o uso l’olio di semi di ottima qualità, quindi spremuto a freddo e bio; tenete conto che l’olio conferisce sapore all’impasto, quindi se vorrete provare anche un olio d’oliva leggero, sempre ottimo perché resiste bene alle alte temperature, sappiate che il sapore sarà più deciso, e non tutti lo gradiscono nei dolci quindi che dire, non resta che provare per trovare quello che più si avvicina al vostro gusto. L'olio di semi di girasole, tra gli olii di semi, resiste meglio alle alte temperature, quindi magari è da preferire ad altri per le cotture.
Comunque a parte il tipo di olio, il dolce è super buono, facile da preparare e bello da vedere, e si sa, anche questo ha la sua importanza. In poche parole se lo servite ai vostri ospiti farete un figurone.
Una confettura (perchè la marmellata sarebbe solo quella di agrumi!) che non era in programma; non avrei mai pensato di trovare tre chili di more, invece, per puro caso, mi sono ritrovata davanti a dei rovi! Tanti rovi, pieni zeppi , mica potevo lasciarle vi pare? E per fortuna che avevo qualche sacchetto con me, e qualche amico ad aiutarmi!
Dunque vediamo, un po’ di riflessioni sulla marmellata (io la chiamo così, perchè confettura proprio non mi viene) di more servono, l’ultima volta che l’ho fatta infatti il risultato è stato assolutamente deludente, quindi cerco di darvi qualche consiglio sperando che possa tornarvi utile.
Il primo: le more sono piene di semini, secondo me troppi, ed è impossibile renderla gradevole senza eliminarne una buona parte. Ovviamente è un mio pensiero, non si offendano quelli che i semini li lasciano, è sempre una questione di gusto personale, io vi dò solo qualche spunto di riflessione.
Il secondo: passando le more al passaverdure si ottiene una purea che poi aggiunta allo zucchero diventa parecchio liquida, quindi per ovviare a questo problema, ho lasciato una parte delle more intera, (anche perché mi piace sentire la frutta intera e qualche semino) ed ho aggiunto un po’ di agar agar come addensante. La volta precedente avevo usato la pectina, ma per far addensare la marmellata ho dovuto comunque cuocerla troppo con il risultato che lo zucchero si è caramellato Quindi mai più cotture lunghe, e se la frutta è troppo liquida l’agar agar è perfetto. E per quanto mi riguarda evito anche la macerazione perché non mi trovo bene per niente.
Stavolta ho usato uno zucchero di canna, però chiaro, dal sapore neutro, così da non alterare quello delle more. Se a qualcuno può interessare è uno zucchero del mercato equo e solidale prodotto a Cuba, per le marmellate è perfetto!
Finiti i consigli, che non erano nemmeno troppi. Ora vi basterà seguire il procedimento e verrà una marmellata strepitosa, ricordate solo di tenere sempre la fiamma bassissima per non farla attaccare al fondo della pentola. Ora vi resta solo di trovare le more ed il gioco è fatto!
Non so più da quanto tempo non pubblico la ricetta di un dolce, quindi direi che è quasi doveroso. Frutta ce n’è ancora abbastanza da non dover ricorrere alla marmellata per inventare delle crostatine super golose; golose anche per me che non sono un amante dei dolci. Ma ormai lo sapete che quelli che hanno il sapore delle farine integrali e dello zucchero di canna mi piacciono un sacco, devo solo trovare il momento giusto per mangiarli; ma dato che qui sembra autunno, fa freddo e ho tirato fuori anche la coperta dall’armadio, un tè con una crostatina vanno bene a qualunque ora, non vi sembra?
Non so se essere felice o triste per questo cambio repentino di stagione, ma dal momento che sto cercando di adottare un atteggiamento zen nei confronti di ciò che accade, direi che ne sono molto felice.
Anche perché se non fosse stato per la pioggia incessante queste crostatine non sarebbero mai nate e sarebbe stato un vero peccato.
Che vi devo dire, sono sparite in un attimo, si vede che erano buone. Se siete infreddoliti e cercate una buona scusa per riaccendere il forno, beh ecco, questa lo è :)
Un classico che più classico non si può: la torta di mele però in versione vegan. Mi sembra doveroso salutare degnamente le mele che per qualche mese lasceranno il posto alla frutta tipica di questa stagione.
Confesso di non essere un’appassionata di mele, cioè, per mangiarne una “nature” devo proprio sforzarmi e devo dire che non lo faccio spesso ahimè, consapevole del fatto che non va per niente bene. Però proprio non mi riesce di mangiarle, che posso farci! In compenso le adoro nei dolci, certo non è la stessa cosa, ma è pur sempre qualcosa, mi piace il succo di mele, quello naturale, ma la mela a fette è una punizione.
Per questo ne faccio delle torte, per smaltire quello che compero e che poi devo irrimediabilmente smaltire in qualche modo. Bene, questo è stato l’ultimo che ho trovato. Una torta buona, umida al punto giusto, facile e veloce. Adoro i dolci vegani, quelli semplici da colazione perchè sono velocissimi, d’altra parte non c’è niente da montare, né burro, né albumi, volete mettere il vantaggio? Buona è buona, direi che non le manca niente. Lo zucchero a velo è solo un vezzo a cui non so rinunciare davanti alla macchina fotografica. Se invece non devo immortalare niente, ovviamente lo ometto.
Questi li ho preparati pensando a me, una volta tanto si può giusto? E niente, avevo voglia di biscotti dal gusto sano, di quelli di cui vi ho già raccontato che mangiavo da ragazzina, senza uova, burro ecce cc, con il succo di mela. E così ho provato a prepararli. Devo dire che ci sarebbero voluti anche dei pezzetti di mela disidratati nell’impasto, quelli però non li ho ancora preparati, ma mi organizzerò prestissimo. Anche così comunque mi sono piaciuti. Ora vi avverto, non a tutti piacciono biscotti come questi, siamo sempre alla solita storia, o vi piacciono i sapori autentici, delle farine, dello zucchero grezzo ecc, oppure non so. Però se siete curiosi provateli, di sicuro sono sani. Effetto finale: biscotto croccante, quindi va fatto asciugare bene in forno, a me non piacciono quei biscotti che restano leggermente morbidi, sembrano vecchi già appena sfornati ;) Poi che altro dire, ecco, diciamo che tutto il resto, quello che vedete in foto, farcitura, cioccolato, e cocco potrebbero tranquillamente non esserci, solo che non mi piaceva l’idea di postare dei biscotti buoni, ma poco fotogenici, e quindi li ho abbelliti un po’. Certo così sono più dei pasticcini, ma è utile sapere che un semplicissimo biscotto può trasformarsi velocemente in un pasticcino all’occorrenza. E poi così ho l’occasione di proporvi anche la crema di prugne, un’alternativa velocissima alla marmellata, si può preparare completamente senza zucchero (omettendo anche il malto) e se si utilizzano prugne secche molto morbide, diventa una crema crudista perché basta frullarle senza nemmeno ammorbidirle in acqua. E si può preparare ovviamente anche con le albicocche o altra frutta. Insomma, che ve ne pare, sono carini vero? A me fanno tanta simpatia questi biscottini, dev’essere l’effetto peluche del cocco. Sarà per questo che lo adoro ;) Ok dai allora vi lascio la ricetta, come sempre semplificatela, modificatela, cambiatela come vi pare ok? A che servono le ricette se non ad essere modificate?
Questo cake è delizioso. Morbido, leggermente umido e con un sapore meraviglioso. Potrei aver finito il post. Ma devo aggiungere qualcosa per rendere la notizia più interessante giusto? Per caso vi interessa conoscere la genesi del piatto? Talvolta le cose più buone nascono senza troppe riflessioni e questo mi piace! Dunque si dà il caso che la domenica è il giorno dedicato al dolce, almeno per ora va così, non so quanto durerà. Spesso e volentieri però arrivo la mattina del dì di festa senza averci pensato prima. Così domenica, presa un po’ dallo sconforto per non essermi organizzata mi son detta: vuoi che non riesca a fare un dolce con qualcosa che ho in casa? Vabbè, farine strane quelle va bene, ormai ci sono sempre, ma: frutta zero, cioccolata non ne avevo voglia, la crostata l’avevo preparata la settimana prima, e in frigorifero mi restavano solo tre carote. Che altro potevo fare? Ovviamente una torta alle carote :)
Detto fatto, velocissima e davvero buonissima, con una crosticina croccante all'esterno, ed un interno morbido e leggermente umido, ha avuto grande successo, direi inaspettato visto che è stato proprio un esperimento dell’ultimo minuto. Ve la consiglio! I dolci vegan sono favolosi perché oltre ad essere buonissimi, pieni di sapore e sani, sono super veloci, un aspetto decisamente non trascurabile. Questo cake sarà uno di quei dolci da fare e rifare, sono molto felice e orgogliosa del risultato e come sempre, spero possa far felice qualcuno di voi! ;)
Che ne dite di una crostata? La domenica si avvicina e un dolce da portare in tavola ci vuole, sennò che domenica è? Però facciamo un dolce sano e soprattutto vegan. Certo ormai le ricette che posto sono tutte vegan, quindi non è una sorpresa più per nessuno…almeno credo. Comunque mi sento molto a mio agio con la cucina vegan, forse perché, fin da piccola, più inconsapevolmente di adesso, mi sono sempre piaciuti i sapori raw, i biscotti integrali senza uova, zucchero, latte. I dolci senza questo e senza quello. Le verdure senza creme, besciamelle e intingoli vari. La carne “anche no grazie”, il pesce “vedremo, magari un altro giorno” e cosìsi tirava avanti in qualche modo...Insomma, è sempre stato il mio modo di nutrirmi. Certo che finchè si vive in famiglia imporre un certo modo di alimentarsi può creare dei problemi a chi si occupa di preparare pranzo e cena, così ci si barcamena come si può finchè non ci si impossessa di una cucina. Dopodichè non c’è più limite a quello che si può togliere da una ricetta :D E’ vero che poi subentra un altro annoso problema, quello di cominciare a cucinare per qualcuno che non è vegano, e magari nemmeno vegetariano!!! Praticamente un incubo, ma per fortuna ne sono fuori e posso dedicarmi alla mia cucina preferita. Resta aperta solo la questione scuola: sapete che sto per diplomarmi alla scuola alberghiera no? e quindi anche lì ogni tanto, raramente però tocca assaggiare qualcosa che proprio vegano non è! Ma niente carne e niente pesce! Questo ormai è un imperativo assoluto! Tempo di finire anche la scuola e poi chissà cosa mangerò ;) ne vedremo delle belle. Ma torniamo alla nostra crostata, che vi posso dire? Buona, mi ricorda le merendine che scovavo nelle erboristerie anni e anni fa, quando ancora i vegani sulla terra erano forse due o tre e di "cibi senza" bisognava andare letteralmente a caccia :D , un delizioso sapore raw, non so se è il termine più adatto ma a me viene in mente questo.
Cosa fare perché sia ancora più buona? Marmellata home made naturalmente (io avevo quella di albicocche ) e margarina home made, in alternativa olio di buona qualità. E se la provate fatemi sapere.
Mi sono presa la libertà di chiamare Sacher questa torta, ma è ovvio che è una licenza gastronomica. Di Sacher ce n’è una sola, si sa! Tra l’altro quando qualche anno fa ho aperto questo blog è stato proprio perché ero alla ricerca di una Sacher perfetta e così, leggendo ricette qua e la mi sono ritrovata ad un certo punto ad aver voglia di condividere anche le mie. La sacher, quella tradizionale però, non l’ho mai postata, dev’essere per una sorta di rispetto verso quella che è una tradizione radicata e tanto nota, che ogni imitazione resta pur sempre un’imitazione.
Comunque, scrupoli a parte, oggi vorrei solo farvi assaggiare una torta al cioccolato vegan, di questo si tratta che come consistenza si presta bene ad imitare la lontana cugina! L’esperimento è nato un po’ per caso, stavo cercando di mettere a punto un dolce al cioccolato semplice. E fin qui, tutto ok. Sformato il dolce però mi sono posta la questione: questo impasto sarebbe più buono farcito? A risposta affermativa complice la voglia di Sacher che non mangio da moltissimo tempo, mi sono detta: perché non provare? Ecco, tutto qua. E devo dire che l’esperimento è riuscito. Il dolce è molto buono, certo non posso dire che sia uguale alla Sacher tradizionale, non sarebbe possibile. E' pur sempre senza burro, senza uova e con zucchero di canna e malto, un po’ diversa dev’essere no? Ma nella sua diversità è buona, abbastanza veloce da preparare (molto più di quella originale!) e molto, molto, molto, più leggera, ovvio! Ma siccome sempre di cioccolato si tratta, il suo effetto benefico si fa comunque sentire. Insomma, se siete curiosi provatela, se siete vegani provatela, se siete amanti della Sacher ma non volete eccedere con le calorie provatela! Però poi fatemi sapere, sennò che condivisione è?
Le violette candite le ho messe solo per decorazione, dato che le avevo. Non sono obbligatorie, ma se vi interessa provare a farle la ricetta la trovate qui, la primavera sta per arrivare e tra un po’ i prati saranno zeppi di fiori, meglio organizzarsi per tempo!
Avete una banana troppo matura? L’idea di mangiarla vi inquieta e non sapete proprio come utilizzarla? Niente paura, nel giro di mezz’ora la vostra banana potrebbe subire una trasformazione totale se solo disponete di pochi ingredienti. Davvero pochi, perché essendo una ricetta vegana non vi serviranno né uova né latte né burro. Beh certo, qualche ingrediente un po’ strano forse è richiesto, ma se siete vegetariani o vegani, molto probabilmente li avrete. E se così non fosse provate ad apportare qualche variante, sono sicura che queste tortine sofficissime verranno molto buone ugualmente.
Sono velocissime da preparare, basta pesare gli ingredienti, mescolare velocemente liquidi con le polveri, riempire quattro stampini, infornare 20 minuti e la vostra banana annerita sarà diventata qualcosa di super goloso. E se ne avete due tanto meglio, così raddoppiate le dosi e fate scorta di dolcetti per un paio di giorni. Leggerissime, sono perfette sia per la colazione che per la merenda.
Così tra una festa e l’altra, come sempre siamo arrivati a Carnevale, e malgrado i buoni propositi di non friggere, alla fine non ho resistito alla tentazione di provare a sperimentare qualcosa di nuovo. Quest’anno ho deciso che nessuno mangerà frittelle fatte con le mie mani se non vegane!
Volete le frittelle? O così o la pasticceria, sono stata assolutamente irremovibile;) Non so quindi se questa strada piano piano stia facendo proseliti, o se semplicemente si trovino costretti ad adeguarsi ai miei out out, comunque sia, per una ragione o per l’altra, almeno io sono felice!
Tra l’altro non mi pare di aver notato espressioni di infelicità in nessuno che le abbia assaggiate.
Le frittelle vegane sono buonissime e non hanno nulla da invidiare a quelle tradizionali. L’importante è aromatizzarle sufficientemente, io uso frutta e aromi naturali, come la vaniglia e il rum e nient’altro. Sono veramente buonissime, croccantine fuori e morbide dentro, nessuno sentirà la differenza! garantito! Quindi siete liberi di confessare o meno, a voi la scelta ;)
Non che in questo periodo ci sia bisogno di ricette dolci, ma io sono sempre in controtendenza, e dato che durante le feste appena passate sono stata bravissima e non ho stramangiato (d’altra parte non ne sarei nemmeno capace :D) posso tranquillamente darvi la ricetta di questi biscotti vegan, buonissimi e leggerissimi, di quelli che si possono mangiare senza sensi di colpa avete presente? Così finisce che se ne mangia un quintale, però un quintale di biscotti vegani è vero che equivalgono a due, massimo tre di quelli tradizionali? ;)
Comunque, sia quel che sia, provo a descriverveli: leggeri son leggeri, più di così non si può, senza burro, senza uova e senza latte! Croccanti sono croccanti! anzi, croccantissimi, proprio come piacciono a me…
In quanto al sapore, beh, qui ci possiamo sbizzarrire perché si può variare a prorio piacimento. Io ho usato la buccia grattugiata di arancia e limone (ovviamente bio) però ci starebbe benissimo anche zenzero e cannella, oppure delle gocce di cioccolato fondente, delle nocciole, o semi di anice, insomma, basta aver voglia di provarli tutti. Diciamo che è una base su cui si può lavorare. Presto ne posterò altri, con qualche variante interessante, intanto gustatevi questi, con un tè verde, o un caffè, per ricominciare con leggerezza! e chi non ne vorrebbe a quintali nella vita? :D
Oggi una ricetta di quelle che piacciono tanto a me. Malgrado nel blog i dolci non manchino, in realtà io non sono una gran golosa, adoro preparare i dolci, ma non amo molto mangiarli, con poche eccezioni. Questo se parliamo di pasticceria classica. Ma se parliamo di pasticceria “senza” allora la storia cambia, perché i dolci “senza” mi piacciono un sacco! E soprattutto i biscotti! Ma senza cosa? Direte voi. Senza burro principalmente, senza farina 00, senza zucchero raffinato, anche senza uova. Contro tutti quelli che sostengono che non sanno di niente, io dico che sono buonissimi. Hanno un sapore diverso dai dolci classici, certo, quello si, ma perché dovrebbero essere necessariamente meno buoni? Dipende sempre dai gusti personali. Io mangio biscotti “senza” fin da piccola, evidentemente mi piacciono proprio, sennò chi me lo faceva fare di rinunciare a merendine, frollini, snacks di ogni tipo proprio quando avrei potuto mangiarli senza troppi sensi di colpa? Qualche volta li mangiavo certo, ma preferivo sempre comunque i miei biscotti naturali, forse allora un po’ impopolari, oggi meno, visto che di alimentazione e cibi naturali ormai si parla tanto. Quindi ecco la versione casalinga dei miei biscotti “senza”. Non sto a dirvi che sono buonissimi, certo non possono essere paragonati ad una frolla burrosa o roba simile, ma chi mangia naturale sono sicura che non ha bisogno di essere invogliato da quantità di burro o zucchero. Quindi semplicemente vi lascio la ricetta, se siete curiosi e amate il rischio, potreste anche cadere in tentazione e fare qualche scoperta sorprendente, chissà…
So che magari l’idea di accendere il forno per fare il pane
in questi giorni potrebbe non farvi impazzire di gioia, ma so anche che c’è chi
se ne infischia bellamente del caldo e il forno lo accende lo stesso! Quindi
oggi vi lascio la ricetta del mio pane alle noci, sapendo che ci sarà qualche
impavido/a che non si spaventa di fronte ad un’ infornata! E che sarà mai! Tanto
più che qui si passa dal caldo al fresco in un batter d’occhio, quindi basta
guardare il meteo e scegliere il giorno giusto!
Mi piace molto il pane alle noci, ed era da tanto che volevo postare la ricetta. Ed eccola
qua, un pane gustoso, morbido, ruvido al punto giusto per accompagnare frutta,malto, tahina, o per essere mangiato anche con una buona e fresca insalata,
magari leggermente tostato per un po’ di croccantezza. L’unico avvertimento è
quello di stare attentissimi a sgusciare le noci, non vorrei che per una piccola
distrazione ci rimetteste un dente! Ecco, solo questo, per il resto è una
ricetta semplice ma che vi darà molta soddisfazione con gli abbinamenti giusti!
Bando alle ciance, passo alla ricetta, sono un po’ di fretta e non voglio
dilungarmi troppo, prima finisco e prima metterete le mani in pasta!
Oggi una ricetta golosa e semplice da preparare, un po’ particolare
perché è un tortino al cioccolato cotto con la pentola a pressione, ovviamente Lagostinaed in particolare l'ultima nata la Clipsò a
dimostrazione del fatto che con la pap si può fare davvero tutto, dall’antipasto
al dolce risparmiando un sacco di tempo…e di energia.
La ricetta è dello chef
Giorgio Giambelli, reinterprepata da me per Lagostina appunto. In realtà più che un budino è un tortino, rimane morbido perché
cotto al vapore, però non ha la cremosità del budino, non si mangia al
cucchiaio per intenderci. Io ho lasciato invariato il nome della ricetta, ma
per precisione le caratteristiche di questo dessert si avvicinano più ad un tortino
che ad un budino cremoso. Quindi è perfetto per una colazione, una merenda, o
se volete servirlo come dessert, accompagnatelo ad uno zabaione all’arancia
come suggerisce lo chef, sarà di sicuro successo.
Oggi una ricetta di base, versatile e utilissima per mille preparazioni. Il pan di spagna non è difficile da preparare basta seguire alcuni accorgimenti: montare benissimo le uova che devono essere a temperatura ambiente, spesso si scaldano anche a bagno maria prima di montarle, ma quello che vi spego oggi è un procedimento più semplice che dà ottimi risultati. Le dosi sono per avere un pan di spagna alto. Una volta pronto e raffreddato si può tagliare in tanti dischi sottili per una torta da farcire con crema, crema al cioccolato, panna e frutta, o come vi suggerisce la fantasia. Il pan di spagna va sempre bagnato con una bagna a base o di solo sciroppo di zucchero, o con una bagna leggermente alcolica aggiungendo allo sciroppo freddo un cucchiaio o due di liquore tipo limoncello o rhum, per esempio.
Se invece volete un pan di spagna più basso, per un’unica torta a tre strati, riducete a 4 il numero delle uova e calcolate le dosi degli altri ingredienti in proporzione. Il pan di spagna può anche essere congelato, e utilizzato quando vi serve. E’ molto comodo anche per preparare dolci monoporzione, come la zuppa inglese, con una bagna all’alchermes. Vi darò qualche ricetta golosa prossimamente, ma per oggi vi lascio la ricetta base, intanto sbizzarritevi voi con la fantasia. Se volete che la parte superiore del dolce risulti perfettamente piana, capovolgetelo appena lo estraete dal forno, lasciandolo poi raffreddare dentro la tortiera, sopra una gratella.
Primo giorno di primavera e io festeggio con una ricetta che potrebbe sembrare invernale, tempismo perfetto, non c’è che dire :D. Però, però, c’è da dire che si forse la foto avrà anche tonalità più invernali che altro, ma il dolce, quello è quattro stagioni, ve lo assicuro! Certo, se dovessi stare a guardare la stagionalità degli ingredienti, come faccio sempre del resto, forse i conti potrebbero non tornare e riflettendo su questo mi sono chiesta: ma qual è la stagione delle banane? Boh, e chi lo sa! che magari non abbiano stagione le banane? D’altra parte è da una vita che siamo abituati a vederle sempre, molto prima che questa storia della stagionalità assumesse l’importanza che ha, insomma, si parla di altri tempi. Forse non ce n’era così bisogno come ora! Certo potrei dire che forse le banane non sono l’alimento che preferisco non tanto per questo, per altri motivi, ma non voglio rovinare la primavera a nessuno incriminando le banane di qualcosa. E per farvi vedere che sono capace di chiudere un occhio, e tante volte anche due, oggi farò un elogio alla banana con questo buonissimo plum-cake. Tra l’altro sono stanca, molto stanca, anzi stanchissima, le vitamine non mi bastano più, così ricorro al cibo, magari un po’ di cioccolata, che dite, farà bene? E se ci aggiungessi proprio due banane mature che casualmente ho in casa? Mi piacciono così tanto che sono diventate tutte nere Meglio nasconderle dentro un dolce, e così ecco qui un cake alle banane con gocce di cioccolato. La ricetta proviene direttamente dalla cucina di Luca Montersino , un dolce che trovo perfetto per una colazione energetica, o per uno spuntino che ridia un po’ di carica. Ho solamente diminuito di parecchio le dosi dello zucchero e sostituito il bicarbonato con il lievito ( eh si, proprio non mi piace il bicarbonato) Per il resto, la ricetta è tutta del maestro e questa è senz’altro una garanzia. E se vi va di sbirciare un altra ricetta simile, di un altro maestro pasticcere, guardate qui
La settimana
scorsa ho preparato la pasta sfoglia, se vi interessa il procedimento andate a vederequi. Così, per forza di cose, da qualche
giorno eccedo con i grassi, ma che dico eccedo, esagero proprio. D’altra parte
una volta che ci si mette a fare la pasta sfoglia si prepara un po’ di tutto
no? Così, dal dolce al salato, è stato
un susseguirsi di aperitivi a base di
pizzette, come queste tanto per darvi un'idea
e merende a base di pasticcini di sfoglia, come questi, mancano solo le torte salate
perché a me proprio non piacciono.Ma non
è finita qui, ho ancora un paio di cose in cantiere, intanto però oggi ho deciso di deliziarvi con
delle sfogliatine glassate.
Avete
presente? Si beh, credo sia impossibile che qualcuno non le conosca, che si tratti di produzione industriale o
artigianale, le sfogliatine glassate si trovano un po’ ovunque. A me sono sempre
piaciute tanto, perciò perché non prepararne qualcuna? Non sarà mica tanto
difficile dico io! Una volta che si ha la pasta sfoglia a disposizione infatti
sono abbastanza semplici, a patto di
fare attenzione ai passaggi fondamentali, o rischiate di buttare tutto
nel secchio come è successo a me la prima volta che le ho fatte :)
Quindi,
seguite bene il procedimento e non fatevi distrarre da niente e da nessuno,
risultato avrete delle bellissime e
buonissime sfogliatine glassate, home made! Più soddisfazione di così! :)
La torta di mele, per me come per molti
credo, è uno di quei cibi che rassicurano, che riportano
immediatamente al ricordo della nonna, della famiglia, della casa.
Qualunque nonna degna di questo nome
deve aver fatto almeno una torta di mele in vita sua! :D perfino
nonna papera aveva un debole per le torte di mele! E chi c'è di più
autorevole di lei in fatto di dolci?
Io, quando voglio essere sicura di non
sbagliare, preparo una torta di mele!. E' vero che inspiegabilmente
esiste anche qualcuno a cui non piace! e secondo me in questo,
qualche nonna ha una grossa parte di responsabilità! (d'altra parte
mica tutte le nonne sono brave ai fornelli!)
Comunque, a parte qualche eccezione, la
torta di mele secondo me è la torta con la t maiuscola!
Ora lo so che sarà facile cadere nella
banalità di dire che quella che posto oggi è la torta di mele più
buona che abbia mai mangiato! Istintivamente lo direi, se non fosse
che ad ogni torta di mele si tende a ribadire questo stesso concetto!
Allora la metto così: questa è la torta di mele che, dalla prima
volta che ho provato, ho continuato poi a fare senza che mi venisse
voglia di provarne un'altra! Ecco, questa è la pura e semplice
verità!
Tra l'altro la ricetta non è nemmeno
di quelle tramandate da qualche avo, prozia, bisnonna, nonna e via
dicendo, ma è una ricetta trovata su Sale e Pepe, non ricordo di
quale mese né di quale anno, comunque io l'adoro! E sono certa che
se la proverete l'adorerete anche voi.
Tra l'altro questo post cade proprio a
fagiuolo come si suol dire, perchè restando in tema di comfort food,
vorrei segnalare una bellissima ed interessantissima mostra alla cui presentazione ho avuto il piacere di essere stata invitata:
Il tema trattato non è certamente
leggero, ma un'occasione di riflessione su un importante tema sociale
come' è la pena di morte. In mostra infatti tredici scatti che
raccontano l'ultimo pasto di altrettanti condannati alla pena di
morte.
Bellissime le foto scattate in studio,
dall'artista-fotografo Henry Hargreaves, che ha potuto comporre i set
grazie alla documentazione che è riuscito a reperire. Molto bello e
interessante il percorso pensato dal curatore in collaborazione con
diversi professionisti provenienti da ambiti differenti, che racconta
questa mostra e il suo significato.
Consiglio a tutti coloro che hanno
occasione di essere a Venezia in questi giorni e fino al 24 novembre
2013 di visitarla al Museo della follia all'isola di San Servolo.
E ora passiamo alla ricetta:
Oggi sono veramente a pezzi, e triste,
ma veramente molto triste, sapete quella tristezza che si
appropria del vostro stomaco, del vostro cervello e del vostro cuore?
Proprio quella.
Qualche volta è così difficile capire
se la strada che si sta percorrendo è quella giusta o se si sta
sbagliando direzione che ci vorrebbe un manuale d' istruzioni, perché
in fin dei conti, l'esperienza passata non è che aiuti molto. Ogni
volta sembra che quello che abbiamo vissuto non c'entri niente con
oggi.
Ma allora quand'è che quello che è
stato servirà a capire qualcosa? E magari a non commettere errori?
Io sto ancora aspettando che quel momento arrivi! E quanto durerà
questa volta? Il tempo a volte sembra veramente infinito...
Quindi mi perdonerete se non mi dilungo
in chiacchiere, è che ho fretta di mettermi a fare qualcosa di
sbagliato, tipo fumare, bere birra, saltare i pasti e roba simile. Ma perchè
quando soffriamo vogliamo farci del male? Ditemi che anche voi quando
soffrite, quando lo stomaco vi si contorce e la voce fatica ad uscire
fate le peggiori cose! Ma poi tutto passa si dice no? E speriamo
stavolta passi in fretta...ho già trascorso un tempo infinito a far
passare i dolori, avrei proprio bisogno di una tregua.
E visto che non ho molta voglia di
mettermi ai fornelli, vi lascio una ricetta dolce che ho preparato qualche giorno fa. Lo zucchero si sa,
nei momenti bui aiuta sempre. L'unica cosa che consiglio, se siete
veramente tristi, è di sostituire un innocuo miele con un barattolo
gigante di cioccolata spalmabile! E a pensarci bene i biscotti a
questo punto sarebbero pure superflui. Ma ormai li ho fatti e vi
lascio la ricetta caso mai foste alla ricerca di un biscottino
leggero leggero, un po' come vorremmo che qualche volta fosse anche
la nostra vita...
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