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martedì 14 febbraio 2012
Saor di zucca, Taste&Match e prosecco colfòndo Bele Casel
Metti 8 foodbloggers venete fianco a fianco in quattro isole del gusto a presentare 8 piatti ispirati alla tradizione veneta. Aggiungi per ogni piatto un vino di diversa provenienza, e scopri come certi accostamenti sappiano dar vita a connubi sorprendenti. Metti un organizzatore, per la precisione Wine Explorer che abbia scelto come cornice ad un bellissimo evento una villa veneta del 700 lungo la Riviera del Brenta alle porte di Venezia. Metti tanti amici che abbiano voglia di scoprire la cucina della tradizione ma con un pizzico d'innovazione, che abbiano voglia di conoscere e scoprire vini d'eccezione, e che abbiano voglia di divertirsi, conoscere, gustare e trascorrere una serata diversa.
Sto parlando della terza edizione di Taste e Match, il 25 febbraio a Villa Alberti. Volete vedere che è successo a Milano? guardate qui! Per saper che succederà a Venezia invece non vi resta che raggiungerci.......
Chi saranno le mie compagne di avventura? Allora, alla postazione degli antipasti insieme a me, Elisabetta Tiveron, di Panemiele, poi seguiranno i primi piatti, i secondi e i dessert, con rispettivamente: La cucina di QB, Gustosamente insieme, La casetta delle pesche, Di tv e Tv, Aroma di casa e Dolci e salate tentazioni.
Se avete voglia di partecipare noi vi aspettiamo e non vediamo l'ora di conoscervi. Troverete tutti i dettagli nel sito di Wine Explorer, anche per la prenotazione. Io invece vi lascio con la ricetta di oggi, il mio saor di zucca! Poteva mai mancare il saor in una serata in cui si parla di tradizione veneta? Vi lascio la ricetta, e vi invito a venirlo a gustare insieme a noi, vi aspettiamo!!!!!!
Volete sapere qual'è il vino che ha ispirato questo piatto? Un favoloso prosecco colfòndo dell'azienda Bele Casel! Se siete curiosi, per gli approfondimenti leggete qui, io intanto comincio a scrivere....
lunedì 11 aprile 2011
Risotto di bruscandoli
che sarebbe il luppolo selvatico
Da noi cresce abbarbicato alle siepi spontanee. E’ considerata una pianta infestante, ma i suoi germogli sono una vera prelibatezza. A comperarli dal fruttivendolo costano un occhio della testa, ma se decidete di trascorrere un’entusiasmante giornata arrampicati alle siepi della nostra bella pianura avrete la possibilità di gustare qualcosa di veramente unico.
Ricordo come tanti anni fa fosse quasi una consuetudine raccogliere i bruscandoli per farne il risotto, o la minestra, o la frittata. La loro comparsa segnava proprio l’inizio della primavera
Ora che i lembi di campagna integra sono ridotti veramente a poca cosa è più difficile reperirli e meno piacevole raccoglierli.
Però se scovate un bell’angolo di pianura intatto e verde, magari attraversato da un fiume limpido e fresco, non esitate a piantare le tende per trascorrere una bella giornata all’insegna del vivere sano. Questa è una situazione ideale per raccogliere i bruscandoli.
Se invece vi sembra una visione troppo bucolica e difficilmente realizzabile non vi resta che il fruttivendolo o le siepi vicino a casa, sceglietele solo lontane dal traffico.
Raccogliete un bel mazzo di bruscandoli, si usano solo le cime, quindi non serve sradicare la pianta completamente, mi raccomando.
Non siate frettolosi, per fare un buon risotto saporito ce ne vogliono un po'. Non lesinate perché per sentirne appieno il sapore non si può stare li contarli. Lo so, la raccolta richiede un po’ d’impegno, ma si sa che le cose migliori vanno conquistate.
Ricavate solo le cime, i primi 20 cm della parte apicale, quella più tenera perché poi diventa pungente e più coriacea. A questo punto siete pronti per la vostra scorpacciata di bruscandoli. Dovete solo decidere come utilizzarli.
Eccoci alla rubrica "l’ortogiardino": nuova vita alle piante infestanti.
Conoscete tutti i bruscandoli vero? non devo improvvisarmi Piero Angela per un giorno?
In poche parole, si tratta dei germogli del luppolo. Si si, il luppolo, proprio quello che si usa per fare la birra.
In pratica questi Conoscete tutti i bruscandoli vero? non devo improvvisarmi Piero Angela per un giorno?
In poche parole, si tratta dei germogli del luppolo. Si si, il luppolo, proprio quello che si usa per fare la birra.
Da noi cresce abbarbicato alle siepi spontanee. E’ considerata una pianta infestante, ma i suoi germogli sono una vera prelibatezza. A comperarli dal fruttivendolo costano un occhio della testa, ma se decidete di trascorrere un’entusiasmante giornata arrampicati alle siepi della nostra bella pianura avrete la possibilità di gustare qualcosa di veramente unico.
Ricordo come tanti anni fa fosse quasi una consuetudine raccogliere i bruscandoli per farne il risotto, o la minestra, o la frittata. La loro comparsa segnava proprio l’inizio della primavera
Ora che i lembi di campagna integra sono ridotti veramente a poca cosa è più difficile reperirli e meno piacevole raccoglierli.
Però se scovate un bell’angolo di pianura intatto e verde, magari attraversato da un fiume limpido e fresco, non esitate a piantare le tende per trascorrere una bella giornata all’insegna del vivere sano. Questa è una situazione ideale per raccogliere i bruscandoli.
Se invece vi sembra una visione troppo bucolica e difficilmente realizzabile non vi resta che il fruttivendolo o le siepi vicino a casa, sceglietele solo lontane dal traffico.
Raccogliete un bel mazzo di bruscandoli, si usano solo le cime, quindi non serve sradicare la pianta completamente, mi raccomando.
Non siate frettolosi, per fare un buon risotto saporito ce ne vogliono un po'. Non lesinate perché per sentirne appieno il sapore non si può stare li contarli. Lo so, la raccolta richiede un po’ d’impegno, ma si sa che le cose migliori vanno conquistate.
Ricavate solo le cime, i primi 20 cm della parte apicale, quella più tenera perché poi diventa pungente e più coriacea. A questo punto siete pronti per la vostra scorpacciata di bruscandoli. Dovete solo decidere come utilizzarli.
Oggi vi propongo il risotto, decisamente il modo in cui li preferisco, è un piatto tipico della nostra cucina veneta e quindi la ricetta finisce dritta dritta anche nella mia rubrica: "I love Veneto".
Ingredienti
riso: 180 gr circa (quello che preferite, per risotti)
bruscandoli: un mazzetto abbondante
cipolla: una piccola
olio evo: qb
parmigiano: qb
brodo vegetale: qb
sale: qb
Procedimento
Ricavare dai bruscandoli i primi 20 cm della parte apicale, comprese le foglioline più tenere. Lavarli e tagliarli a pezzatti. Tenere da parte un pò di punte intere.
Tritare la cipolla finemente e farla appassire in un pò di olio extravergine di oliva. Aggiungere i bruscandoli (tranne qualche punta intera) e cuocerli con un pò di sale finchè si saranno ammorbiditi. Far tostare il riso (se vi piace aggiungere mezzo bicchiere di vino bianco e fare sfumare), poi aggiungere il brodo vegetale bollente poco alla volta portando il riso a cottura lentamente. Dopo 5 minuti aggiungere anche le punte tenute da parte. Terminare la cottura e poco prima mantecare con il parmigiano grattugiato.
Con questa ricetta partecipo al contest di Ramona "150 anni in tavola"
E con questa ricetta vi auguro un buon inizio settimana. Baci a tutti e al prossimo post.
Ingredienti
riso: 180 gr circa (quello che preferite, per risotti)
bruscandoli: un mazzetto abbondante
cipolla: una piccola
olio evo: qb
parmigiano: qb
brodo vegetale: qb
sale: qb
Procedimento
Ricavare dai bruscandoli i primi 20 cm della parte apicale, comprese le foglioline più tenere. Lavarli e tagliarli a pezzatti. Tenere da parte un pò di punte intere.
Tritare la cipolla finemente e farla appassire in un pò di olio extravergine di oliva. Aggiungere i bruscandoli (tranne qualche punta intera) e cuocerli con un pò di sale finchè si saranno ammorbiditi. Far tostare il riso (se vi piace aggiungere mezzo bicchiere di vino bianco e fare sfumare), poi aggiungere il brodo vegetale bollente poco alla volta portando il riso a cottura lentamente. Dopo 5 minuti aggiungere anche le punte tenute da parte. Terminare la cottura e poco prima mantecare con il parmigiano grattugiato.
Con questa ricetta partecipo al contest di Ramona "150 anni in tavola"
E con questa ricetta vi auguro un buon inizio settimana. Baci a tutti e al prossimo post.
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lunedì 6 dicembre 2010
Minestra di Verze
ovvero sbroeton de verze
Si dice che tutto nella vita ha un prezzo e io sono assolutamente d'accordo. Anche la ricerca della prefezione ne ha uno....anzi, nel mio caso più che un prezzo, posso dire che ha un peso e per la precisione quello dei chili che ho preso io cercando di arrivare al biscotto perfetto.
Ora quale sia questo biscotto lo rivelerò un'altra volta. Quello che invece è importante, è prendere consapevolezza di aver mangiato veramente troppi biscotti, e quando dico troppi voglio dire proprio tanti e ora devo correre ai ripari.
Non si è mai sentito di nessuno che mette su dei chili 20 giorni prima di Natale. E quando arriva il 25 che faccio? Insomma, è ora di dire basta, almeno fino alla vigilia.
E per rendere più credibile questa mia decisione ecco qui, inauguro il periodo di rinunce con una minestra della nostra tradizione che un tempo aveva proprio la funzione di tenere gli stomaci leggeri nei giorni precedenti le grandi abbuffate
E allora che minestra di verze sia, leggerissima ma davvero molto buona.
Ovviamente si può preparare in diversi modi. Io ho sceltoquello che preferisco, il più semplice.
Da oggi fino a Natale farò solo ricette collaudatissime che non richiedono il minimo assaggio.Poi si vedrà.
A costo di incatenare il forno e nascondere la chiave, voglio rientrare nei miei jeans al più presto, non saprei che altro mettermi in alternativa. Non è bello presentarsi al pranzo di Natale in tuta da ginnastica. E per quanto la mia sia molto chic, non mi va di fornire troppi appigli a coloro per i quali sono da sempre la pecora nera della famiglia....
Sarà dura, speriamo solo passi in fretta...detesto essere a dieta....Se penso che domattina non potrò mangiare la mia crema alla nocciola preferita....(capito quale?) beh...mi passa la voglia di alzarmi dal letto....mettiamoci magari pure la neve, e il gatto che mi viene a svegliare alle 5 perchè vuole uscire.....Mi aspetta una giornataccia
Ecco, lo sapevo, devo ancora cominciare e sono già catastrofica. Mi consolerò passando a vedere le meraviglie che posterete nei vostri blog da oggi e fino a Natale.
Sarete per me come le sirene per Ulisse, ma io resisterò.....
Intanto, prima di mettermi davvero alla prova, vi lascio questa minestra, non si sa mai che magari abbiate voglia di stare leggere pure voi, così, anche solo per solidarietà........
Ingredienti
per 2/3 persone
verza: 1/2
cipolla bianca: 1/2
riso: un pugno
brodo vegetale: qb
olio evo: qb
sale e pepe: qb
parmigiano: qb
Procedimento
Affettare la cipolla sottile e farla appassire in un velo d'olio extravergine d'oliva. Quando è pronta, unire la verza lavata, mondata e tagliata a listarelle e salare. Lasciare ammorbidire cuocendo per qualche minuto con un coperchio e a fiamma bassa. Poi aggiungere il brodo vegetale caldo, fino a coprire abbondantemente la verdura e lasciare cuocere fino a quando la verza non sarà tenera (ci vorrà mezz' ora circa).
Aggiungere un pugno di riso e portare a cottura. Mettere nei piatti individuali, aggiungere volendo ancora un filo d'olio evo, del pepe macinato fresco e il parmigiano grattugiato. Servire calda.
Alcune annotazioni: per una minestra più saporita aggiungere un pò di pancetta a cubetti e rosolare insieme alla cipolla. Poi procedere come descritto sopra
Con questa ricetta partecipo al contest di Lucy "Minestre e zuppe"
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lunedì 22 novembre 2010
Pasta e fagioli
E dopo la parentesi dedicata alle ricette natalizie, forse un pò in anticipo, ma diversamente avrei rischiato un ritardo clamoroso, riprendo la mia rubrica sulla cucina veneta. Quello di oggi è un piatto molto conosciuto e apprezzato anche fuori dai confini della mia regione. In realtà ha parenti dislocati in tutta la penisola, ma qui in Veneto è un piatto molto reppresentativo della nostra cucina. Come tutti i piatti tradizionali, è soggetto a varie interpretazioni e ogni famiglia lo prepara a suo modo.
Sostanzialmente, quello che più è cambiato negli anni relativamente alla sua preparazione è l'utilizzo, ora poco in voga, delle cotiche di maiale o del grasso di prosciutto.
Un tempo invece questa versione aveva un riscontro che oggi si è quasi perso essendo radicalmente cambiato il modo di vivere e di conseguenza anche quello di cucinare.
Diciamo che una cucina più attenta all'uso dei grassi, in particolare animali, ha abbandonato questo sistema privilegiando una maggiore leggerezza del piatto.
Quella di oggi è la ricetta di casa mia, già mia nonna tralasciava le cotiche di maiale e anche il soffritto, a favore della buccia di parmigiano, che faceva della sua pasta e fagioli la più buona del mondo (per noi di casa ovviamente)
I fagioli che utilizzo sono i borlotti di Lamon, un prodotto igp di grande qualità del nostro territorio.
Sull'uso della pasta ci sono varie scuole di pensiero. La prima differenza è tra pasta all'uovo e pasta di sola semola di grano duro e poi tra formato lungo o corto. A casa mia la pasta e fagioli si è sempre mangiata con gli spaghetti spezzati ed io continuo a prepararla così.
Passo alla ricetta
Ingredienti
fagioli borlotti di Lamon (freschi o secchi): 200 gr
cipolla bianca: 1 piccola
carota: 1
pomodoro: 1 piccolo (facoltativo)
sedano: 2 coste più le foglie
spaghetti integrali: 70 gr circa
olio evo: qb
pepe: qb
sale: qb
Procedimento
Se usate i fagioli secchi, il giorno prima metterli a bagno e lasciarli 12 ore. Mondare la cipolla e tagliarla a pezzi. Lavare la carota e il sedano. Privare la prima della buccia e farla a rondelle, togliere i fili al sedano e tagliarlo a pezzi. Mettere tutte le verdure in una pentola, meglio se di coccio, unire i fagioli coprire con dell'acqua. Portare ad ebollizione e lasciare cuocere a fuoco molto lento finchè i fagioli saranno teneri ma non spappolati. (se preferite potete usare la pentola a pressione, ci vorranno 25 minuti circa). Con un mestolo forato prelevare una parte dei fagioli e tenerli da parte. Passare tutto il resto al passaverdure. Cuocere gli spaghetti al dente ed aggiungerli ai fagioli.
Sistemare nel piatto, aggiungere un pò di pepe macinato al momento e un filo d'olio extravergine d'oliva. D'estate è buonissima anche fredda da frigorifero....provare per credere.
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venerdì 15 ottobre 2010
Saor di zucca
Il "saor" è un piatto antico, tipicamente veneziano, che conta in giro per l'italia cugini e parenti vari, ma questa è un'altra storia. Può essere a base di pesce, o di verdure e si prepara con cipolla, che gli orti delle isole della laguna producevano in quantità, spezie, e uvetta e pinoli nella versione più ricca, a testimoniare la vocazione di Venezia di essere porta per l'oriente.
Un piatto presente tutto l'anno nelle tavole dei veneziani, ma sicuramente immancabile durante i festeggiamenti per il Redentore
E' un piatto che nasce con la necessità di conservare a lungo il cibo così da garantirne l'approvvigionamento ai marinai durante le loro lunghe permanenze in mare. Unitamente a questo deve la sua fortuna anche al fatto di aver rappresentato un efficace rimedio contro lo scorbuto grazie alle proprietà antibatteriche della cipolla.
La mia versione del saor, è con la zucca, ma in realtà tutto può essere preparato in saor, dal radicchio alle zucchine.
La ricetta, come sempre, ognuno la elabora un pò in base ai propri gusti, a seconda che si preferisca un sapore più o meno intenso e che si disponga o meno di tutti gli ingredienti. La cucina tradizionale, quella povera soprattutto, si avvaleva dalle disponibilità del momento.
E così capiterà di trovare un saor senza pinoli, o con la cipolla cotta nel vino piuttosto che nell'aceto.
Io qui darò la mia versione, quella che ho sempre mangiato a casa e quella che ovviamente preferisco.
Saor di Zucca
Ingredienti
per 4 persone
zucca: 500 gr
cipolla bianca: 4 grandi
aceto di vino bianco: secondo i propri gusti, io 5 cucchiai
uvetta: una manciata abbondante
pinoli: una manciata scarsa (facoltativi)
olio evo: qb
alloro: 1 foglia
sale: qb
Procedimento
Come proporzione indicativamente tenete presente che il peso della cipolla dovrebbe essere più o meno la metà di quello della verdura.
Preparare la zucca e tagliarla a fettine spesse circa 1,5 cm. Scaldare un pò d'olio in una pentola antiaderente. Adagiare le fettine di zucca e farle ammorbidire rigirandole da entrambi i lati senza farle scurire, tenendole coperte. Quando sono pronte, metterle da parte.
Intanto affettare la cipolla finemente e cuocerla in un pò d'olio finchè non è appassita, insieme ad una foglia di alloro se vi piace e al sale. Aggiungere l'aceto bianco e continuare a cuocere fino a consumare il liquido.
Dosare bene l'aceto e lasciarlo sfumare fino al punto giusto. Il sapore del saor in realtà è dato dal grado di acidità della cipolla. Regolarsi secondo i propri gusti per avere un saor più o meno forte.
Alcuni preferiscono metà vino e metà aceto, io personalmente non amo la cipolla cotta nel vino, ma è solo un mio gusto personale.
Aggiungere per ultimo l'uvetta lasciata ammollare in acqua e poi asciugata, ed i pinoli (ma non sono obbligatori) appena tostati o al naturale
In una pirofila adagiare la zucca, coprirla con uno strato di cipolla, e procedere così alternando gli ingredienti e terminando con la cipolla.
Tenere in frigo almeno un giorno, ma è più buono dopo anche due giorni.
Servire a temperatura ambiente, come antipasto o anche come secondo piatto
Annotazioni: per far vedere la zucca, non l'ho ricoperta del tutto con la cipolla, ma è solo un'esigenza dettata dalla foto. In realtà dovrebbe vedersi solo lo strato finale di cipolla e uvetta.
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