Non so se sia ancora possibile postare qualcosa che non sia
in totale mood Natalizio. Io azzardo e lo faccio, spero di non deludere
nessuno, non amo le feste e tanto meno questo continuo rimando al Natale che
comincia già il giorno dopo Ferragosto. Detto ciò possiamo mangiare normale almeno fino
al giorno della vigilia giusto?
In ogni caso, se invece voi siete appassionati del Natale, la
ricetta che ho scelto andrà benissimo anche per i vostri menù vegan della
vigilia, di Natale appunto, Capodanno ed Epifania. Un ragù vegan va sempre bene, perfetto per
la pasta, le lasagne, gli gnocchi, per accompagnare la polenta. Ed è buono pure
da solo con del pane casereccio.
Il ragù vegan di lenticchie non è nuovo, ve lo avevo già proposto già qui, ma in una versione estiva, diciamo così, con il peperone. Quello di
oggi invece è la versione autunnale/invernale, con spezie e funghi, altrettanto buono.
Le lenticchie che uso per il ragù vegetale sono quelle piccole nere,
tipo Beluga, con altre non ho provato, ma
comunque direi che sono preferibili quelle piccole.
Detto ciò, la ricetta è semplicissima, dovete solo decidere
con cosa accompagnarlo, in questo oggi vi lascio piena libertà.
Oggi una ricetta semplice che va ancora bene per le giornate fresche di questi giorni, una buona e salutare zuppa Vegan di legumi che a me piacciono tanto, profumata al cumino. Attenzione però, non sto parlando del cumino che insaporisce le pietanze indiane, ma del Kummel carvi, un altro tipo di cumino, utilizzato soprattutto nei paesi del Nord Europa, ma anche in Trentino alto Adige per esempio, detto anche cumino dei prati. Avete mai assaggiato la puccia trentina (da non confondere con quella pugliese eh, mi raccomando!) o lo Schüttelbrot, quel pane basso basso senza mollica e particolarmente duro che si conserva per mesi e mesi, entrambi tipici dell’Alto Adige? Ecco, questi sono solo due esempi di come viene comunemente utilizzato il kummel carvi in Alto Adige (infatti kummel è il nome alla tedesca)
Quindi dobbiamo distinguere tra due tipi di cumino, i nomi scientifici sono Cuminum cyminum (il cumino indiano per intenderci) e il Carum Carvi (il cumino dei prati ) il primo ha un sapore caldo, il secondo un sapore fresco che ricorda l’anice e il finocchio.
Detto ciò, a me il carvi piace molto e lo uso spesso soprattutto nel cavolo cappuccio crudo, nel pane appunto, ma anche nelle zuppe vegan di legumi. L’anno scorso ne ho preparata una che mi è piaciuta molto ma che non ho fatto in tempo a postare, di borlotti, lattuga e carciofi profumata al carvi. Così quest’anno ne ho sperimentata un’altra versione, quella di cannellini e scarola, profumata ovviamente sempre al carvi. E’ una spezia molto interessante, che vi consiglio di provare nel caso non la conosciate già. Non è difficile reperirla, io ora la trovo un po’ dappertutto, diversamente da qualche anno fa quando dovevo farne scorta durante le gite in montagna.
Le spezie sanno dare anche ai piatti più semplici un tocco di originalità, imparare ad usarle renderà la nostra cucina più varia e più sana perché richiederà un uso inferiore di grassi e sale. W le spezie quindi, e per chi avesse voglia di scoprire il Kummel carvi, vi lascio la ricetta di questa deliziosa zuppa vegan di cannellini e scarola al cumino dei prati.
E così, tra un piatto e l’altro, una foto e l’altra, un esperimento e l’altro un’altra settimana volge al termine. Cosa vi propongo per il week end vi starete chiedendo? Ecco, infatti! Allora io avrei pensato di proporvi un piatto domenicale, una specie di arrosto, anzi meglio dire un rollè, così non rubiamo termini a nessuno e non li usiamo impropriamente. Ma poi rollè si potrà dire senza fare arrabbiare qualcuno? Boh, non lo so, io ci provo, voi chiamatelo come più vi piace, arrosto di legumi in crosta, rollè di legumi ecc ecc. La sostanza è che si tratta di una sorta di polpettone vegan in versione ridotta, con una crosta di pistacchi e cotto al forno. Il fatto di aver scelto la versione ridotta del polpettone vegan mi permette di tagliare delle fette piccoline e mantenere intatta la crosta esterna, più facile da maneggiare e anche più carino da presentare in tavola. Che ne dite? A me è piaciuto molto, ed è una di quelle cose che rifarò senz’altro. Ottimo accompagnato da una salsa di pomodoro, oppure una maionese, magari aromatizzata, e l’immancabile (almeno per me) verdura cruda di stagione, in questo caso un’insalatina di spinacini e cavolfiori fermentati (deliziosi) e qualche altra fogliolina decorativa di vostro gusto.
Delizioso piatto domenicale, il polpettone vegan di legumi, in questo caso fagioli Borlotti, è ottimo anche il giorno dopo, sempre che ne avanzi qualche fetta. E' anche un modo diverso per mangiare i fagioli non vi pare? più goloso della zuppa, se non siete appassionati del genere :)
Qui le dosi per due piccoli rollè. Se optate per uno, dimezzate la dose ovviamente! :) mangerete in due/tre persone, a seconda delle portate del menù. Per i cavolfiori fermentati, spero di rifarli presto e darvi la ricetta, sono deliziosi e perfetti per accompagnare tanti piatti.
Tutto è nato dalla necessità di consumare un bidone di farina di lenticchie che avevo in casa. Era da molto che volevo provare a fare la pasta con la farina di lenticchie, finalmente il momento è arrivato e vi racconto com’è andata.
Premetto che la mia intenzione era quella di ottenere una pasta gluten free, perciò ho scelto di utilizzare la farina di lenticchie in purezza, nulla però vieta di tagliarla con della semola per ottenere una pasta più elastica.
Il risultato finale in termini di gusto mi è piaciuto, ma ovviamente essendo la consistenza di questa pasta molto diversa da quella preparata con farine contenenti glutine, non si riesce ad ottenere qualunque formato. Sconsiglio la pasta lunga tipo tagliatelle perché temo si romperebbero in cottura, mentre il formato che ho scelto io tipo maltagliati si presta bene ad essere sia lavorato e tagliato, sia poi cotto.
Diverso il discorso se decidete di aggiungere alla farina di lenticchie anche una semola per esempio, ma questo lo vedremo in un altro post. Oggi rimaniamo sul gluten free.
Essendo una pasta a base di lenticchie ha un sapore deciso, che si accompagna bene a condimenti di carattere. Io ho scelto una crema di spinaci e allo zenzero con granella di frutta secca e zeste di limone. Ma potete sperimentare altri condimenti ovviamente, a seconda dei vostri gusti e della vostra fantasia. Eviterei un condimento troppo proteico visto che le lenticchie lo sono già. Per il resto non resta che sperimentare.
Come quantitativo, trattandosi di legumi, ho previsto delle porzioni più ridotte, all’incirca 60 g di pasta a persona, direi che è più che sufficiente. Attenzione a non rompere troppo la pasta quando andrete a condirla. Se le sfoglie sono tirate sottili, cuoce in non più di 5 minuti.
Anche oggi un post velocissimo causa troppe cose da fare. Una ricetta che di sicuro non sarà una rivelazione per nessuno, ma a me piace molto riproporre le ricette “vegane” della nostra tradizione e magari aggiungerci qualcosa di nuovo. Per me la cucina vegana è soprattutto cucina mediterranea, fatta di tanti cereali, legumi, semi, frutta e verdura. Ci sono prodotti quasi sconosciuti pieni di proprietà e buoni che varrebbe la pena dedicare spazio ad ognuno. Poi ovviamente mi piacciono molto anche cose meno tradizionali, ma è giusto dare spazio alle ricette di casa nostra. Questo permette anche ad un neofita o a qualche dubbioso di avvicinarsi alla cucina vegana per gradi e senza forzature. Anche il gusto va educato, non tutti sono pronti al miso, all’umeboshi e via dicendo. Da quando faccio dolci solo vegani devo dire che riscontro sempre un grande apprezzamento e questo non può che farmi felice.
Quindi, riassumendo tutto questo discorso, oggi una bella pasta e ceci, che per gli amici del centro o sud non sarà una novità, ma noi qui non la mangiamo molto, anzi direi proprio per niente, ma è un’ottima alternativa alla pasta e fagioli. L’ho fatta abbastanza classica, con solo l’ aggiunta di un pezzetto di carota e sedano prese dal brodo, e un pizzico di alghe sbriciolate. Per chi non lo sapesse, la pasta e ceci, come dicono i miei amici Napoletani deve essere “azzeccata”, cioè bella densa, e questa direi che lo è abbastanza, a voi cosa sembra? ;) Se siete alla ricerca di altre ricette a base di ceci guardate quie qui
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