Secondo me i dolci vegan più buoni sono le crostate o
comunque i dolci a base di pasta frolla. La pasta frolla vegana è deliziosa,
anche più buona di quella classica perché ha un sapore più leggero, almeno per
i miei gusti. Per questo quando mi viene voglia di dolce, spesso preparo la
crostata.
Pensate che siano noiose e scontate? Intanto fare una buona
crostata non è così scontato, se la pasta frolla non ha gli ingredienti giusti
o non è lavorata nel modo corretto non è buona per niente, e credete che nelle
giornate no è capitato anche a. me di fare la pasta frolla sgnucca come si suol
dire J
E poi, per rendere originale una crostata si può lavorare
sul ripieno, sulla farcitura. Si può inventare di tutto, però alla fine, io
penso: cosa c’è di più buono di una crostata con la confettura fatta in casa come per esempio questa o questa o
con la frutta fresca? Per me niente, e sono decisamente questi i dolci che
preferisco.
In quello di oggi sono protagoniste le ciliegie, e non
potrebbe essere che così, chi resiste ad una crostata con ciliegie fresche?
siamo nel pieno della stagione, è questo il momento di farne delle scorpacciate.
Il segreto per una crostata deliziosa, sta nel far sentire il più possibile il
sapore della frutta e nel fare una pasta frolla vegana friabile, meglio se
integrale o semintegrale, non troppo dolce e aromatizzata con limone bio e
vaniglia.
In realtà ero partita con l’idea di fare un dolce più
elaborato, con crema e frutta, ma poi mi sono chiesta se era quello che avrei
voluto mangiare e dato che la risposta è stata no, ho optato per qualcosa che
piacesse anche a me. E’ vero che le ricette che posto sono per voi, ma il dolce
lo devo mangiare io dopo che l’ho preparato, e io non sono un’amante delle
creme. Quindi devo aspettare di avere degli invitati per sperimentare qualcosa
sul genere. Per ora accontentatevi di questa crostata vegana alle ciliegie, vi
assicuro che è una vera delizia, e se vi è rimasta la voglia di qualcosa di
cremoso, abbinateci una pallina di gelato alla vaniglia, a questo punto alla
vostra crostata vegana non mancherà proprio niente e farà contenti tutti.
Il radicchio di Treviso non ha bisogno di presentazione. Però confesso che non ne vado matta, o meglio, mi piace tantissimo il risotto ( potete trovare anche una proposta alternativa al classico riso qui ) ma non mi piace moltissimo al forno per esempio o nella pasta. Alla griglia mi piace abbastanza ma non me lo sogno di notte per intenderci. Mentre se si tratta di qualcosa sott’olio, beh, allora la musica cambia decisamente anche se si tratta di radicchio di Treviso, perchè come tutto quello che finisce sott’olio, anche il radicchio mi fa capitolare.
Ed eccoci quindi alla ricetta di oggi, semplicissima ma irresistibile: radicchio sbollentato in acqua e aceto, aromatizzato con erbe e condito con olio evo leggero. E’ un delizioso antipasto, buonissimo su crostini di pane tostato.
Questo è un contorno da consumare subito, quindi abbiate solo l’accortezza di tenerlo coperto di olio fino al giorno dopo e poi consumatelo. Se invece volete conservarlo per più tempo, è opportuno procedere alla pastorizzazione. Mi raccomando, con i sott’olio preparati in casa bisogna fare sempre molta attenzione.
I cavoli sono gli ortaggi per eccellenza della stagione invernale. A me piacciono moltissimo quindi non devo inventare niente per mangiarne. Il cavolfiore per esempio lo mangio quasi sempre crudo, affettato sottile con la mandolina fatto marinare con olio sale pepe e limone. Non faccio una marinatura lunga perché mi piace comunque croccante, ma questa è solo questione di gusti. Così come adoro il cavolo cappuccio crudo, con il kummel carvi.
A parte il crudo però, con i cavoli si possono preparare tantissimi piatti sfiziosi, dalla vellutata, alle lasagne vegan che posterò prestissimo, alla pasta, ai burgers, alle polpette, delle particolari chips che vedrete presto e naturalmente anche delle crocchette come queste: una versione di crocchette di patate vegan con l’aggiunta anche del cavolfiore. Oggi è venerdì e dato che il venerdì per me è sinonimo di relax, cerco sempre qualcosa di easy che si sposi bene con una birra
Queste crocchette di patate e cavolfiore vegan sono un delizioso aperitivo/cena che ci lascia il tempo per starcene in relax sul divano. E direi che anche per questo venerdì un’idea l’abbiamo trovata, resta solo mettersi all’opera e scegliere un bel film per il dopo cena.
Per la cottura, giusto per facilitarvi ulteriormente la vita, potete optare per il forno, per una ricetta più leggera, se invece volete impegnarvi poco di più c’è anche la padella, con poco olio evo per una versione ancora più croccante. In entrambi i casi ne risulterà un piatto goloso. La ricetta l’avevo pensata per il sito Amatigotàe ve la ripropongo anche su queste pagine, non si sa mai che vi sia sfuggita.
Oltre ai soliti impegni che rendono un po’ difficile postare più di quanto non faccia in questo periodo, ci metto anche quell’ansia che ormai mi accompagna da sempre e che si acuisce quando l’autunno è alle porte. Sapete di che parlo? Di una specie di morsa che fa respirare con affanno e che rende difficile qualunque normale attività, una brutta bestiaccia insomma. Ogni tanto penso a come sarebbe la vita senza l’ansia, ma mi sa che non la proverò mai.
Io negli anni non credo d aver trovato un sistema valido per controllarla, passo dalla corsa, (che ora non pratico causa mal di schiena cronico) allo yoga, al nulla, con scarsi risultati in tutti i casi. Quindi niente, per ora continuo a conviverci. Quindi se pensavate che vi avrei dato la soluzione mi dispiace ma per ora non ce l’ho. Magari ne avete voi una per me? In alcuni periodi, mi aiuta lavorare tanto, così la mente non parte con le sue elucubrazioni e la sopporto meglio.
Tutto questo per dire che in questo periodo ho l’ansia a palla, che sto lavorando molto (per fortuna) e non ho tantissimo tempo per il blog. Detto ciò, viene da sé che anche le ricette sono semplici e veloci, ma anche quelle ci stanno no? Tutti viviamo periodi frenetici nella vita, ma non smetteremo mica di mangiare giusto?
Quindi ecco qui, la mia ricetta vegan di oggi, la vellutata di barbabietola, mela verde e ansia! Ahahah, quest’ultimo direi è l’ingrediente fondamentale, se non c’è quella non viene buona. Se non sapete dove trovarlo, beati voi… Io se potessi ne regalerei a tonnellate.
Se avete voglia di dare un'occhiata ad altre vellutate adatte alla stagione che sta arrivando, guardate qui e qui.
Premetto che non sono un’esperta di pasta madre, sono ancora in fase di studio e sto ancora cercando di instaurare un rapporto di fiducia reciproca. Per mancanza di tempo non ho mai voluto impegnarmi con il lievito naturale, ma ad un certo punto, è arrivato a casa. Che potevo fare? Non certo farlo morire, così è cominciata anche questa avventura.
Il fatto però di avere poco tempo non mi ha permesso fino ad ora di sperimentare chissà quale creazione particolare. Al momento sono contenta per aver ottenuto un ottimo pane senza utilizzare Manitoba né nell'impasto né nel lievito madre, e devo dire che se l’inizio è stato un po’ deludente, ora sono molto soddisfatta anche se ho sempre tante domande in attesa di risposte. All'inizio la difficoltà più grande è stato capire come utilizzare la pasta madre, questa sconosciuta, cioè come trattarla prima di usarla nell'impasto, e poi capire esattamente i tempi di lievitazione. Ahahaha, problemi da principiante direte voi! Ma io ve l’ho detto che sono una neofita :)
In quanto a come trattare la pasta madre, dato che brancolavo nel buoi ho trovato ottime spiegazioni qui dove ho preso spunto anche per la ricetta del pane.
Poi ovviamente l’esperienza insegna quasi tutto. Ho imparato che i tempi di lievitazione sono assolutamente indicativi, variano da 3.5 ore a 6, eppure a me sembra sempre caldo uguale, mi sembra di aver fatto sempre gli stessi passaggi…e quindi? Boh! questa è solo una delle tante domande. Ho capito che per la riuscita del pane è fondamentale saper riconoscere il memento di infornare. Quindi che siano passate tre ore o sei, bisogna cogliere il momento giusto. Io per darmi dei riferimenti utilizzo sempre la stessa ciotola per la lievitazione, così capisco quando il volume è arrivato al punto giusto per essere infornato, e questo sapere mi è costato tante prove eh, ahimè :( Se andate oltre il pane perderà sofficità perché non terminerà la lievitazione in forno.
La ricetta l’ho modificata in base alla mia esperienza, ho diminuito l’acqua e cambiato in parte le farine, ma insomma, i principi base rimangono gli stessi. Quindi se avete consigli da dare, sono tutta orecchi. Intanto vi lascio la ricetta del mio ormai consueto pane integrale con lievito naturale, che dopo tanti tentativi e studi approfonditi ora viene benissimo, speriamo duri questa buona sorte, che non intervengano le maree o il passaaggio delle comete a cambiare le sorti della lievitazione :) quindi non disperate eh, prima o poi gliela si fa, comete a parte ovviamente :)
Naturalmente se usate Manitoba e/o farine bianche il discorso cambia, ma in questo caso non vi so consigliare. Io utilizzo solo farine integrali o al limite semintegrali macinate a pietra e per di più in giornata, che fortuna che ho vero ad avere la farina appena macinata? Ma anche questo è frutto di ricerche, è tutta una fatica insomma, però di quelle che si fanno assolutamente senza sforzo e che danno tanta soddisfazione :)
Due parole sulle farine e sul lievito naturale? perchè usare farine di grani antichi? perchè contengono meno glutine ed un tipo di glutine più digeribile rispetto a quello del grano convenzionale (grano creso) Il lievito madre poi ha il vantaggio di eliminare i fitati dalle farine integrali che sono sostanze antinutrizionali che impediscono l'assorbimento di alcuni minerali, inotre rende il pane più digeribile. Questo in maniera molto semplificata, ma giusto per cominciare a capire perchè si utilizzano alcune farine piuttosto di altre e perchè il lievito naturale è migliore. Quando parlo di farine integrali ovviamente intendo sempre biologiche, questo è importantissimo!
La prossima volta cercherò di afre anche le foto dei passaggi così vi do l'idea di come deve essere l'impasto.
Piove, piove, piove, ed io per contrastare l’umidità accendo il forno, si fa quel che si può! Però magari per non farlo andare a vuoto, ci metto dentro qualcosa. Guarda caso avevo proprio pronta la frolla per una bella crostata vegana, alzi la mano chi in una giornata piovosa non ha voglia di mangiarsene una fetta!
Adoro le crostate da sempre, senz’altro uno tra i miei dolci preferiti e non faccio altro che sperimentare versioni sempre diverse. Non tutte finiscono tra queste pagine, per mancanza di tempo, o chissà cosa, ma questa non poteva mancare.
Mi è piaciuta tantissimo questa crostata vegana, credo che da oggi farò crostate vegane solo con farina di orzo e semolino di riso: una vera delizia, buono il sapore e deliziosa la consistenza scrocchiarella.
Una crostata da fare e rifare. Le due marmellate nascono dall’esigenza di consumare due barattolini di marmellata fatta in casa che avevo in frigorifero, lamponi e pesche, io ho un debole per i lamponi, quindi che dire, niente, mi spiace solo che non ne avevo abbastanza per fare tutta la crostata vegana intera. Ma anche il gusto pesca non è male, anzi: “aspetta che riprovo e sento quale mi piace di più”. Ecco, proprio così è andata a finire, tra un: “aspetta che provo” e l’altro, la crostata è bella che andata. Altre versioni di crostate vegan, se avete voglia di sperimentare, le trovate qui e qui
Il forno non è stato acceso invano e questo è l’importante!
Ricetta e procedimento qui sotto, spero piova tanto anche da voi così magari vi decidete a provarla ;)
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